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Home Applicazioni reali

Blockchain: integrazione con il “nuovo mondo” legale

Olivia BosazbyOlivia Bosaz
Ottobre 8, 2020
in Applicazioni reali
Reading Time: 9min read
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Index

  • Intro.
  • Nuove tecnologie: materia di consulenza legale.
  • La tecnologia blockchain può prescindere dalla legge?
    • – La blockchain
    • – Regolamentazione giuridica della blockchain
    • – Principali ostacoli di evoluzione
  • Impatto blockchain negli studi legali.
    • – Plagio
    • – Diritto d’autore
    • – Accordi, contratti, brevetti e simili
    • – Procedimento penale
  • Conclusioni personali

Intro.

I cambiamenti sociali e tecnologici portano inevitabilmente a dover ridefinire la visione del mondo e delle regole che ne sono alle base.
Al diritto, più di ogni altra scienza sociale, è richiesto di doversi velocemente adeguare alle esigenze dell’uomo ridefinendo il suo lessico al fine di non svilire e sminuire la propria domanda di senso e di adeguatezza rispetto alle problematiche concrete ed attuali.

Quest’esigenza è tanto più forte in un momento in cui le innovazioni connesse alle tecnologie con un grande balzo in avanti nel processo di digitalizzazione, sembrano scavalcare le regole del diritto e non trovare una facile collocazione giuridica.


In fondo è logico immaginare che ogni nuova tecnologia provenga proprio da esigenze umane risolte e al tempo stesso crei ulteriori bisogni, richiedendo soluzioni innovative.

Il diritto è regola non meno che definizione e se la definizione si lega sempre più frequentemente al diritto vivente, deve farlo necessariamente anche la regola, laddove la tecnologia digitale concorre alla definizione di criteri valoriali e orienta sempre più le decisioni private e pubbliche.

E allora perché dobbiamo stupirci se il mondo legale segue sempre di più il mondo digitale? Personalmente mi meraviglio del contrario: come può un legale ignorare le oggettive e concrete implicazioni che le nuove tecnologie hanno anche sulle questioni giuridiche più comuni sia in ambito civile che penale?

Nuove tecnologie: materia di consulenza legale.

Bene, se “nuovo mondo legale” deve essere, è normale e corretto che nelle materie in cui lo studio legale offre consulenza ci siano quelle che inconsapevolmente il cliente conosce bene perché hanno a che fare con il suo modo di interfacciarsi quotidianamente con la realtà, insieme a ciò che incuriosisce e ciò che ancora a pieno non è compreso.

Due sono i modi di approcciarsi alla questione, entrambi “user friendly”, ovvero che mettono al centro il cliente come utente:

  • fornire una consulenza sul diritto delle New Tecnology;
  • fornire un applicativo quale servizio aggiuntivo, utile e smart per il cliente, basandosi proprio su quelle stesse nuove tecnologie.

Accanto a tutte le possibilità che si sono aperte per uno studio legale in questo nuovo ampio e variegato mondo digital, ritengo che sia assolutamente interessante e necessario soffermarsi, studiare e prendere in considerazione quello che la tecnologia blockchain ci permette e ci potrebbe permettere di fare in tal senso.

La tecnologia blockchain può prescindere dalla legge?

– La blockchain

La tecnologia blockchain è un nuovo paradigma che sta scardinando sistemi e per questo richiede un’attenzione particolare da parte dei legali e del diritto.
Non volendo entrare nel tecnico mi limito solo a partire dal punto nodale e fondamentale della tecnologia blockchain, per iniziare una riflessione pratico-giuridica.

Il termine blockchain, traducibile alla lettera in italiano come “catena di blocchi”, è una lista continua di registrazioni interconnesse tra loro e protette con gli strumenti della crittografia, ossia un tipo di scrittura cifrata che rende i dati in essa contenuti illeggibili da parte di persone non autorizzate, “una tecnologia grazie alla quale viene creato un database per la gestione di transazioni condivisibili tra più nodi di una rete, strutturato in maniera che ciascuna transazione che avviene sulla rete necessiti di essere validata dalla rete stessa: ciascun “blocco” è una specie di archivio che contiene la storia di una serie di transazioni, che possono essere modificate solo con l’approvazione dei nodi della rete.”

In sostanza è quindi un grande libro contabile, aperto e distribuito, in grado di fissare e registrare delle transazioni che avvengono tra due parti in modo sicuro attraverso una rete peer-to-peer, che tramite un protocollo è responsabile della convalida dei nuovi blocchi.

Il sistema di “Decentralized Ledger” rappresentato dalla blockchain, infatti, è costituito da tanti “satelliti” che si relazionano tra loro senza un soggetto Centrale, ed è inoltre “distribuito”: ovvero non c’è un centro e le logiche di gestione sono affidate alla fiducia tra tutti i partecipanti.

– Regolamentazione giuridica della blockchain

Ciò vuol dire che questa tecnologia possa prescindere da una regolamentazione giuridica?
No anzi, con il Decreto Semplificazioni pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel febbraio 2019, proprio il legislatore italiano, tra i primi in Europa, ha provato a dare un inquadramento e una disciplina al fenomeno, fornendo definizioni (legislative) di blockchain e smart contracts.

Le tecnologie blockchain sono definite come “le tecnologie e i protocolli informatici che usano un registro condiviso, distribuito, replicabile, accessibile simultaneamente, architetturalmente decentralizzato su basi crittografiche, tali da consentire la registrazione, la convalida, l’aggiornamento e l’archiviazione di dati sia in chiaro che ulteriormente protetti da crittografia verificabili da ciascun partecipante, non alterabili e non modificabili”.

Lo smart contract , invece, come “un programma per elaboratore che opera su tecnologie basate su registri distribuiti e la cui esecuzione vincola automaticamente due o più parti sulla base di effetti predefiniti dalle stesse”.

Sempre il Decreto Semplificazioni, in merito alla valenza giuridica dei documenti memorizzati attraverso i registri blockchain, ha specificato che essi avranno la medesima valenza dei documenti cui è apposta una validazione temporale elettronica (il c.d. timestamping), a patto che la tecnologia utilizzata per la memorizzazione nei registri sia conforme alle specifiche tecniche che saranno individuate dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).

– Principali ostacoli di evoluzione

L’Italia è in prima linea a finanziare lo studio di questa tecnologia e il MISE dimostra molta attenzione (1) per le soluzioni fornite alle nostre pmi e aziende italiane in ordine alla competitività.

Secondo, infatti, un recente studio dell’OECD2 (Organization for Economic Co-operation and Development) i principali ostacoli all’adozione della tecnologia Blockchain/DLT in Italia sono i seguenti:

• incertezza normativa;
• carenza di informazione e consapevolezza;
• accesso al finanziamento;
• carenza di competenze e talenti.

La principale e potenziale caratteristica offerta da questa tecnologia, infatti, è quella di ridurre, in alcuni casi anche drasticamente, il costo della fiducia necessario al perfezionamento di una transazione, intesa come scambio informativo o di valore, garantendo al tempo stesso certezza della sua esecuzione.

In quei contesti in cui il costo della fiducia è una componente rilevante del costo transazionale, queste tecnologie possono ridurre inefficienze e semplificare i livelli di intermediazione.
La riduzione del costo della fiducia, inoltre, può rendere economicamente conveniente l’esecuzione di micro-scambi di valore tra due attori, creando le basi per lo sviluppo di nuovi modelli di business.

Impatto blockchain negli studi legali.

– Plagio

Questa tecnologia potrà rivoluzionare dunque non solo il modo con il quale le imprese, i privati interagiranno tra di loro, ma anche come interagiranno con professionisti e studi legali che metteranno loro a disposizione servizi e competenza specifica in tali tecnologie.

Sempre più spesso lo studio si è trovato davanti a casi di plagio, soprattutto di opere digitali, che gli autori hanno condiviso in rete con aumento esponenziale della notorietà, fino poi però ad essere riutilizzate dall’altra parte del mondo a fini commerciali, a loro esclusivo danno.

– Diritto d’autore

La tecnologia blockchain, proprio nell’ambito dei diritti di autore/proprietà, potrebbe dare un grande contributo, infatti, ogni volta che viene riprodotta una canzone o venduta un’opera d’arte, istantaneamente, tutti coloro che dovrebbero prendere delle revenue le potrebbero ricevere accreditate conoscendo la “storia” di quell’opera o di quel brano musicale.

Diventerà dunque un interessante strumento a supporto della provenance per il tracciamento dello storico delle opere d’arte e opere d’ingegno e la loro gestione, senza escludere la verifica dell’autenticità.

– Accordi, contratti, brevetti e simili

Le certificazioni ricevono la validazione di tutti gli stakeholder (artisti, collezionisti, gallerie, musei, assicuratori, trasporti ecc..) e i vari passaggi potrebbero registrarsi in modo incorruttibile su blockchain, tutelando sicurezza e privacy.

Si potrebbero validare anche accordi, contratti, mail, tutto ciò che segue una creazione d’arte o un’opera d’ingegno e creatività.
Con questo metodo si genera appunto una storia, un flusso di azioni, ciascuna di queste è codificata e l’identità dell’opera viene fissata anche dalla storia stessa delle azioni e dal loro percorso che sono una componente del valore dell’opera stessa e dell’artista.

Oltre a ciò ovviamente potrebbe fornire data certa di utilizzo nel settore di marchi-brevetti unitamente ai Registri di legge.

Nel diritto in generale, il nuovo mondo legal sarà chiamato grazie agli smart contract o all’internet of things, ad armonizzare il linguaggio, semantica e le regole legali al linguaggio informatico dato che tra qualche anno esisteranno miliardi di oggetti intelligenti e autonomi che dovranno scambiarsi denaro e dati tra loro.

In tale ottica la tecnologia blockchain potrebbe portare a facilitare l’economia circolare e semplificare progetti di beneficenza.

– Procedimento penale

Nell’ambito del procedimento penale, ormai consolidata giurisprudenza ritiene che la copia del documento informatico (es: file video, audio etc.) deve essere estratta con modalità tali da assicurarne l’identità con l’originale e la sua immodificabilità.

Nel rispetto dei principi che si stanno sempre più consolidando in riferimento all’ acquisizione forense della prova informatica, dovrebbe essere creata una “copia immagine” che riproduce il dato duplicato (3) nelle stesse condizioni in cui si trovava al momento della sua acquisizione .

Sulla scorta di tali principi, sono state ritenute regolarmente acquisite al processo penale, ad es., le copie di files audio di un’intercettazione telefonica, accompagnate dai relativi “codici hash”, i quali (4) consistono in sequenze alfanumeriche rappresentative dei files originali e delle relative copie.

Ecco che per generare i codici hash quali certificazione e validazione del dato, interviene la tecnologia blockchain che è in grado di certificare la cronologia di inserimento dei dati che memorizza in quanto i suoi dati sono associati alla data (e all’ora e al minuto e al secondo) in cui sono stati ricevuti.

Conclusioni personali

Le applicazioni sono davvero molteplici e anche gli studi legali nell’approcciarsi alla blockchain potranno gradualmente studiarne le applicazioni positive e regolare invece le implicazioni più problematiche e controverse soprattutto in materia di privacy, tracciamento dati e diritto all’oblio.

Lo studio in questo crede molto e scegliendo come partner Affidaty spera di poter portare avanti un progetto di tecnologia blockchain che sia “user friendly”, scalabile nel futuro e proiettato verso una crescita di servizi e utilità legali.

1 https://www.mise.gov.it/index.php/it/consultazione-blockchain
2 Tratto da “Proposte per la Strategia italiana in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain – Sintesi per la consultazione pubblica”
3 cfr. Cass. pen, sez. un., 20 luglio 2017, n. 40963; Cass. pen., 31 ottobre 2017, n. 53810. 4 Cass. pen., 10 maggio 2019, n. 38009.

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