Intro

Nell’articolo precedente abbiamo descritto cos’è un wallet e perché sia di fondamentale importanza averne uno in ambito blockchain e crittovaluta: il suo uso può essere paragonabile, infatti, (in estrema sintesi) ad avere un home banking per poter spendere i propri euro.
Uno strumento utilizzabile assieme al proprio wallet è l’exchange. Quest’ultimo permette all’utente di poter acquistare e/o vendere le proprie crittovalute tra di loro oppure in cambio di denaro FIAT. Ricordiamo che la moneta FIAT è la moneta a corso legale, cioè lo strumento di pagamento ad oggi maggiormente usato: gli euro, i dollari, la sterlina, i rubli e via dicendo sono moneta FIAT.
Tecnicamente, gli exchange crittovalutari sono paragonabili alle piattaforme di trading per monete FIAT. La presenza delle crittovalute in questi particolari exchange, permette ad esse di poter avere un loro mercato e quindi una loro quotazione. Grazie a questo tipo di mercato è possibile quindi studiare gli scambi crittomonetari, deducendo quindi da tali scambi quali crittomonete possono essere di maggiore interesse in un preciso momento storico.
Ovviamente in questo articolo non tratteremo del trading, dei suoi pro e contro ed il motivo reale e/o tecnico per il quale una crittomoneta salga di valore o scenda. Sono molti i motivi che influenzano il mercato di trading delle monete FIAT, di conseguenza possono essere altrettanti i motivi che possono influenzare i movimenti valutari delle crittomonete.
Cosa può offrire un exchange
Surfando il web è possibile trovare una grande varietà di exchange, molti offrono caratteristiche e tools analoghi, altri ne offrono di particolari. Una sorta di classifica globale degli exchange presenti sul mercato è facilmente consultabile al seguente link . CoinMarketCap è un sito web molto ben fatto, fonte di numeri analizzabili e valutabili indipendentemente da analisti terzi.
In linea generale, un exchange permette all’utente di poter effettuare alcune azioni principali:
- L’utente effettuerà la registrazione all’exchange, compilando il classico KYC (Know Your Customer) con i propri dati anagrafici.
- Successivamente avrà la possibilità di ricaricare il proprio conto per poter poi acquistare in autonomia la crittomoneta da esso desiderata. La UX (User Experience) varia di exchange in exchange, ma è certamente un elemento di fondamentale importanza di qualsiasi exchange. Essi avranno come obiettivo primario quello di garantire una estrema facilità d’uso che, abbinata alla sicurezza del sistema, permetterà all’utente di effettuare velocemente le sue azioni (come l’acquisto della crittomoneta).
- Gli acquisti di crittovalute di vario tipo (come Bitcoin o Ethereum) possono esser fatti in vari modi, per esempio con bonifico o carta di credito, in relazione ai servizi scelti dall’exchange ed abilitati in piattaforma.
- Le piattaforme di exchange maggiormente evolute (oramai in larga parte) permettono inoltre ai più esperti di fare trading, mettendo a loro disposizione strumenti di analisi dei prezzi e di ingresso/uscita a/dal mercato, inserendo commissioni sulle operazioni che possono variare (da zero a salire).
- Una parte importante degli exchange è il wallet: molti, infatti, offrono la gestione del wallet dell’utente. Qui gli exchange si dividono: alcuni detengono direttamente le chiavi private per conto degli utenti, altri, invece, inseriscono sistemi che permettano agli utenti di recuperarle in caso di smarrimento.
- Uno strumento aggiuntivo che è possibile vedere su alcuni exchange è la carta di credito ricaricabile che permette di usufruire delle proprie crittovalute in un dato exchange.
Caratteristiche di un exchange
Nel momento in cui un utente è in cerca di un exchange o ha intenzione di valutarne uno di interesse, deve sicuramente basarsi su elementi chiave come:
- Sicurezza
- la sicurezza è ciò che l’utente ricerca maggiormente. Esistono casi nei quali la sicurezza di uno o più exchange è stata oggetto di rischio o violazione. Gli exchange con i più alti standard di sicurezza archiviano “offline” i fondi in crittomoneta: questo perché “offline” diventano inaccessibili. Alcuni exchange, inoltre, suddividono i fondi in più wallets, gestendo copie di backup.
- Gli exchange più sviluppati, inoltre, rilasciano forme di assicurazione per i clienti sui propri fondi: con queste assicurazioni si fanno garanti delle somme che gli utenti portano in essi. Ovviamente cambiano di exchange in exchange: la stragrande maggioranza che ne fa uso, per esempio, inserisce limitazioni (per esempio) in caso di perdita dei fondi personali per propria colpa (esempio: password troppo poco complessa).
- Per il motivo sopra descritto, alcuni exchange inseriscono l’ormai celebre 2FA, cioè il two factor authentication (autenticazione a due fattori): questo per abilitare l’avvio di operazioni richieste sul conto dell’utente (per esempio il trasferimento di denaro).
- Costi
- Le varie piattaforme exchange offrono servizi e strumenti disparati, quindi è più che normale che differiscano anche sui costi, sia che essi siano di semplice gestione, sia che essi provengano da commissioni di vario tipo; è quindi normale che esistano sia exchange usabili gratuitamente che exchange a commissioni.
- Eventuali promozioni
- Spesso gli exchange, soprattutto per attirare nuovi utenti, avviano campagne promozionali, elargendo bonus agli utenti che si iscrivono in essi e che effettuano un certo tipo di deposito.
- Strumenti e prodotti
- Ciascun exchange nasce con strumenti integrati: essi, generalmente, sono strumenti di custodia e scambio valuta (esempio wallet) o di analisi dei trend valutari delle crittomonete, dove queste rappresentano i prodotti offerti dall’exchange stesso. La crittomoneta viene qui vista come un prodotto poiché non tutti gli exchange includono tutte le crittomonete e/o monete FIAT esistenti: accade, infatti, che l’exchange inserisca solo un ristretto o cospicuo gruppo di valute.
L’exchange come intermediario
Trattandosi di tecnologia blockchain, è chiaro che qualsiasi utente è liberamente in grado di effettuare qualsiasi compravendita (sia di beni mobili o immobili, materiali o immateriali) o scambio crittovalutario in totale autonomia, senza cioè l’uso di alcun exchange o altra piattaforma di intermediazione. La blockchain è nata, infatti, proprio anche per questo: diminuire l’intermediazione.
L’exchange d’altro canto, in quanto intermediatore, nasce proprio per facilitare la connessione tra il nuovo mondo blockchain all’attuale mondo fintech, permettendo anche all’utente comune di testarne le potenzialità, partendo dalla semplice gestione di un wallet o di un cambio valutario.
Gli exchange che oggi generano maggiori volumi sono exchange privati, centralizzati. Se da un lato generano grande volumi di utenza e di scambi, dall’altro portano il rischio di fallimento, come accadde ad Mt.Gox.
Ecco perché nel tempo sono cominciati a nascere exchange decentralizzati, i cosiddetti DEX.
Essi sono decentralizzati poiché basati su blockchain, per larga parte su Bitcoin ed Ethereum.
Il vantaggio che balza all’occhio nell’uso dei DEX è proprio la blockchain: l’utente non perde mai la proprietà ed il controllo del suo wallet. Quest’ultimo è infatti agganciato (in questo caso) alla blockchain, quindi essa viene usata per scrivere ogni scambio, acquisto, cessione e così via. Vengono quindi qui sfruttate le caratteristiche base della blockchain: il ledger, l’immutabilità, la decentralizzazione.
Ma non è tutto oro quello che luccica; i contro di un DEX sono riscontrabili in costi di commissioni per le transazione, oltre a velocità degli scambi nettamente inferiori agli exchange centralizzati, proprio perché la blockchain usata oggi nei DEX non è paragonabile in velocità con gli exchange centralizzati, proprio per le logiche di costruzione della blockchain usata.
Exchange: un po’ di numeri
Andando a ricercare poi qualche numero generato dagli exchange, la cosa diventa piuttosto interessante: CoinMarketCap ci permette di avere a disposizione un grafico che rende piuttosto evidente quanto sia estesa e complessa la ramificazione di utenza e volumi degli exchange.

Nella tabella sopra indicata, infatti, vediamo uno spaccato di solo 10 della totalità degli exchange ad oggi presenti sul mercato. Questi 10 generano volumi giornalieri, settimanali e mensili che da soli fanno capire quanti utenti si affidino agli exchange.
Ecco che fanno grande scalpore i massicci trasferimenti di denaro avvenuti in ambito crypto, come l’ultimo da 94.000 Bitcoin (circa 1 miliardo di Dollari) che ha coinvolto un particolare wallet destinatario.
Guardiamo questo grafico estrapolato da BItinfocharts.

Questo trasferimento ha generato molto clamore su twitter, coinvolgendo analisti come TokenAnalyst, Glassnode, CryptoHerpesCat che hanno sottolineato come gran parte della somma sia provenuta da Huobi Global, attualmente poco fuori la top ten degli exchange listati in ConMarketCap.
Considerazioni
Con questa analisi abbiamo cercato di comprendere come uno strumento nato centralizzato (che sta in alcuni casi cercando di esplorare la decentralità pura) abbia velocemente attirato un sempre maggiore numero di utenza che si è avvicinata al mondo crittovalutario e blockchain (mondo decentralizzato).
Questo è sicuramente un lato positivo, poiché strumenti di questo tipo permettono agli utenti di cominciare a conoscere le potenzialità della blockchain, cominciando a testare i trasferimenti crittovalutari tra wallet e wallet in un ambito ad essi inizialmente più congeniale, cioè un ambiente centralizzato, che garantisca loro maggiore velocità.
Permettono, inoltre, alle istituzioni ed ai grossi leader economici ( sulle infrastrutture dei quali girano i sistemi di pagamento odierni) di studiare la quantità di utenza che è interessata a questo nuovo mondo: come si muove, i numeri di crittomoneta che muove, la familiarità con la quale usa gli strumenti blockchain.
Tutto ciò, ovviamente, senza considerare tutti i nuovi strumenti costruibili con questa tecnologia. I numeri qui analizzati mostrano come questa tecnologia, opportunamente veicolata, possa creare strumenti ad uso e consumo sia degli utenti comuni, sia degli utenti più esperti, tanto tecnicamente (programmatori) quanto economicamente (fintech & big whales).