Introduzione
In un’epoca in cui la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica stanno trasformando ogni aspetto della nostra vita quotidiana, anche la Chiesa ha iniziato a sperimentare nuovi modi per adattarsi a queste trasformazioni. Tra le tecnologie emergenti, la blockchain si sta dimostrando un’opzione interessante per affrontare alcune delle sfide che la Chiesa deve affrontare. Di seguito, esamineremo come la blockchain potrebbe essere valutata per migliorare la gestione delle donazioni e dei registri ecclesiastici.
Blockchain e Chiesa: una partnership auspicata
La blockchain è una tecnologia che permette di creare un registro digitale inalterabile e sicuro delle transazioni e dei dati. Essa è stata inizialmente concepita per il Bitcoin, la prima criptovaluta, ma nel corso degli anni ha dimostrato di avere applicazioni ben più ampie, tra cui la gestione della supply chain e la tracciabilità, la protezione della proprietà intellettuale, gli smart contracts e la conservazione dei dati medici.
La Chiesa, da parte sua, ha una lunga tradizione di mantenimento di registri e di raccolta di donazioni. Tuttavia, gli attuali processi di trattamento possono risultare inefficienti dal punto di vista della sicurezza e vulnerabili a errori umani o a frodi. La blockchain offre una soluzione a questi problemi, garantendo la sicurezza e l’inalterabilità dei dati e permettendo una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse.
Blockchain e gestione delle donazioni
Le donazioni sono una componente fondamentale delle entrate della Chiesa, che le utilizza per sostenere le sue attività e le sue opere di beneficenza. Tuttavia, la gestione delle donazioni può essere complessa e dispendiosa in termini di tempo, in particolare quando si tratta di tracciare l’origine e la destinazione dei fondi.
La blockchain può semplificare questo processo, consentendo di registrare le donazioni in modo sicuro e trasparente. Attraverso un’applicazione di questa tecnologia, i fedeli possono effettuare donazioni direttamente a un progetto o a una causa specifica, sapendo che il loro contributo sarà tracciato e utilizzato esattamente nel modo e modalità previste.
Inoltre, la blockchain potrebbe facilitare l’adozione di criptovalute come mezzo di donazione. Ciò permetterebbe alla Chiesa di accettare donazioni da tutto il mondo senza dover affrontare le complicazioni e le spese legate ai cambi valutari e alle transazioni internazionali.
Blockchain e conservazione dei registri ecclesiastici
La Chiesa è responsabile della conservazione di una vasta quantità di registri, tra cui quelli dei battesimi, matrimoni, cresime, funerali e titoli di proprietà delle chiese e beni culturali. Questi registri hanno un’importanza storica oltre che spirituale, ma la loro conservazione in forma cartacea li rende vulnerabili ad incendi, umidità, inondazioni e altre catastrofi naturali come purtroppo avvenuto nei recenti terremoti dell’ Italia centrale, oltre che a furti e vandalismi.
La blockchain può essere utilizzata per digitalizzare e proteggere questi registri, garantendo la loro inalterabilità e accessibilità. Una volta immessi in questo sistema di banca dati, questi ultimi non possono essere modificati, e la loro autenticità può essere facilmente verificata da chiunque abbia accesso al sistema. Inoltre, la digitalizzazione dei registri permetterebbe di risparmiare spazio e risorse e di facilitarne la consultazione.
Blockchain e patrimonio artistico
La Chiesa deve gestire una notevole quantità di beni artistici (da chiese e sacrestie, santuari e monasteri, musei, …). Una importante applicazione della blockchain ed in particolare anche degli NFT (Non Fungible Token) può trovare applicazioni in tal senso.
Conclusioni
La blockchain può offrire numerosi vantaggi per la Chiesa, dalla semplificazione della gestione delle donazioni alla conservazione sicura dei registri ecclesiastici. Sebbene questa tecnologia possa sembrare lontana dall’ambito spirituale della Chiesa, essa può contribuire a garantire una maggiore trasparenza e affidabilità nelle sue attività, rafforzando così la fiducia dei fedeli.
Come ha affermato uno studioso di Pastorale Digitale e Religious Mining, il dottor Fortunato Ammendolia del COP (Centro di Orientamento Pastorale):
«Le tecnologie di questo cambiamento d’epoca – l’era digitale – non possono non interpellare la Chiesa cattolica e la pastorale a tutto tondo, andando ben oltre gli aspetti della comunicazione. Inerentemente alla fiducia in un Istituzione, la regola di accreditamento è sempre quella della buona reputazione, che passa nella coerenza con l’essere stesso dell’Istituzione, nell’attenzione alla persona, nella salvaguardia. L’impiego di sistemi sicuri per transazioni e trattamento dei dati si rende necessario in adesione alla vigente regolamentazione europea. Non si tratta di qualcosa in più di cui occuparsi, quanto di ordinarietà, di un modo nuovo di operare per abitare quest’epoca»
(Padova 2019, 69a Settimana Nazionale di aggiornamento Pastorale COP, Focus sulle Tecnologie digitali e di comunità).
Una “rivoluzione” tutta da accogliere, sperimentare, consolidare.
Riccardo Petricca
Bibliografia e Sitografia:
- Blockchain Revolution: How the Technology Behind Bitcoin Is Changing Money, Business, and the World
https://www.amazon.com/Blockchain-Revolution-Technology-Changing-Business/dp/1101980133 – Don Tapscott, Alex Tapscott - Blockchain Basics: A Non-Technical Introduction in 25 Steps
https://www.amazon.com/Blockchain-Basics-Non-Technical-Introduction-Steps/dp/1484226038 - Criptovalute e Chiesa cattolica: prime riflessioni tra rischi e opportunità – Quaderni di diritto e politica ecclesiastica – Federico Gravino