Intro
“Il futuro del denaro è digitale e Bitcoin è la sua prima pietra miliare, per capirlo, non basta guardare solo ai suoi prezzi, ma bisogna comprendere la sua tecnologia, le sue implicazioni sociali ed economiche e il suo potenziale. Solo allora saremo in grado di cavalcare l’onda del cambiamento e trarne i benefici.”
La storia
Prima di cominciare a spiegare cosa sono i bitcoin, vale la pena fare una premessa che a molti potrebbe sembrare scontata ma invece è fondamentale.
Il valore che noi attribuiamo a una moneta è frutto di una convenzione.
Le banconote di per sé sono solo dei pezzi di carta e se possiamo utilizzarle per ottenere beni e servizi è perché siamo tutti d’accordo sul potere d’acquisto che riconosciamo loro. Non ha senso affermare che il bitcoin è solo un numero all’interno di un computer o di una rete, perché la banconota potrebbe essere, appunto, solo carta.
Affinché le cose cambino, basta che tutti lo decidano.
I bitcoin sono una moneta digitale che gli utenti conservano in portafogli virtuali chiamati wallet.
Possono essere usati per fare pagamenti verso negozi o società che li accettano, per trasferire denaro ad altri utenti, o più semplicemente come strumento di speculazione.
Un fenomeno rivoluzionario
Negli ultimi 10 anni un nuovo movimento sociale ha dato vita a un vero ecosistema monetario digitale. La rivoluzione sta nel fatto che il sistema può essere governato dagli utenti della rete.
Un cambiamento epocale che si verifica per la prima volta nella storia dell’umanità. Possibile grazie alla Blockchain, la tecnologia chiave dietro alla maggior parte delle criptovalute. La Blockchain non è applicabile solo a sistemi di pagamento digitali e alternativi, ma può essere sfruttata in svariati settori come quello della sanità, dell’Internet delle Cose, della burocrazia:
per certificare lo scambio di informazioni importanti e sensibili. Secondo un recente studio dell’agenzia di consulenza Deloitte, il 28% delle maggiori compagnie specializzate in tecnologia e finanza hanno già investito più di cinque milioni di dollari in tecnologie blockchain, questo nel 2018, per passare agli oltre $5 miliardi nel 2020! Inoltre, molte grandi aziende come IBM, Microsoft, JP Morgan, Santander, hanno investito in tecnologie blockchain, creando soluzioni e utilizzando la tecnologia per migliorare i propri servizi e prodotti. In generale, l’investimento nello sviluppo della blockchain di Bitcoin proviene da una varietà di fonti, tra cui società di investimenti, società di tecnologia, organizzazioni no-profit e grandi aziende, tutti interessati a sfruttare le potenzialità della tecnologia blockchain e del Bitcoin.
Torniamo al bitcoin: molti esperti sostengono che sarà l’oro del futuro, uno dei motivi è la sua scarsità. Rappresenta uno dei primi esempi concreti dell’idea di criptovaluta, descritta originariamente nel 1998 da Wei Dai nella mailing list Cypherpunks.
Il problema della sicurezza
L’idea di criptovaluta in sé non è innovativa, sin dagli albori di Internet ci sono stati movimenti volti alla creazione di una moneta virtuale, che puntavano all’indipendenza e alla libertà dai sistemi di controllo governativi.
Tuttavia, i teorizzatori non sono mai riusciti a risolvere le problematiche connesse alla natura intrinseca del dato informatico.
In quanto digitale è afflitto da numerosi fenomeni di copia non autorizzata…
Basti pensare, per esempio, alla lotta tra hacker e case discografiche.
Ogni metodo utilizzato da queste ultime per evitare la copia contraffatta dei brani musicali veniva regolarmente aggirato dai pirati rendendo la tecnologia poco sicura.
Il bitcoin risolve questo grossissimo problema presente fin dalle prime teorie cypherpunks (un cypherpunk è un attivista che sostiene l’uso intensivo della crittografia informatica come parte di un percorso di cambiamento sociale e politico, inizialmente comunicavano attraverso una mailing list, in gruppi informali con l’intento di ottenere la privacy e la sicurezza informatica degli account personali, attraverso l’uso della crittografia), chiamato doublespending. Si tratta della possibilità di spendere o creare due volte lo stesso token (gettone o moneta). Il metodo classico per ovviare al problema è l’utilizzo di un’autorità centrale accreditata che gestisce il sistema combattendo la contraffazione, per esempio aumentando la difficoltà di riproduzione delle banconote e dando ai falsari del filo da torcere.
La svolta avviene nel 2008, quando viene implementata la tecnologia Blockchain per le transazioni in bitcoin.
La blockchain è un registro pubblico dove ogni transazione viene verificata in modo decentralizzato da parte degli utenti della rete, chiamati Miner, che certificano le operazioni sulla moneta tramite un processo di proof-of-work.
Il risultato finale può essere definito effettivamente “oro digitale”. Prendendo come esempio il business dei metalli preziosi, il bitcoin diventa una delle prime valute digitali a prova di double-spending, rendendo possibile un aumento di valore credibile.
Il fenomeno ha una portata talmente vasta che oggi viene insegnato e studiato nelle Università di tutto il mondo.
Il valore del bitcoin
Il valore del bitcoin è determinato dal mercato attraverso la ben nota legge economica della domanda e dell’offerta. Una particolarità del bitcoin, che fa crescere esponenzialmente il suo valore, è la quantità limitata del numero di monete che si possono coniare (in gergo si dice: minate).
Il valore massimo di monete è di 21 milioni e al momento ne sono state minate poco più di 19 milioni. Secondo alcuni calcoli approssimativi il tetto massimo di 21 milioni sarà raggiunto nel 2141.
Questo perché ogni quattro anni il numero di bitcoin emessi viene dimezzato (secondo l’attuale potenza di calcolo), così come la quantità di moneta distribuita a chi scopre i nuovi blocchi (tramite il processo di mining) da aggiungere alla Blockchain.
Un’altra caratteristica del Bitcoin è che il software necessario alla sua creazione è open source e non proprietario.
È stato sviluppato e continua a evolversi grazie a una comunità di volontari che collaborano insieme per risolvere i problemi e migliorare il progetto. La Bitcoin Foundation, costituita nel 2012, si occupa di coordinare lo sviluppo lato software ed è una società senza scopo di lucro.
Nel caso in cui la fondazione Bitcoin cessasse lo sviluppo tecnico, il lavoro verrebbe comunque portato avanti da sviluppatori volontari.
Anche nell’ipotesi che vede Bitcoin Foundation o un altro soggetto cercare di prendere il controllo del software per minare (vedremo che qualche disavventura Bitcoin Foundation l’ha attraversata), l’enorme comunità diffusa si rifiuterebbe di continuare a sviluppare aggiornamenti e migliorie, necessarie per il funzionamento stesso del sistema.
Oltre alla tecnologia dietro ai bitcoin, anche il team alle spalle della criptovaluta è decentralizzato, rendendo il meccanismo più sicuro.
La frammentazione qui rappresenta un punto di forza. Caratteristiche che candidano il sistema Bitcoin a essere eletto tra le invenzioni più importanti degli ultimi 100 anni.