
Il progetto Europa nasce con l’intento di affrontare le sfide che gli si pongono di fronte. Emergenza ambientale, debolezze strutturali dell’economia, flussi migratori, tentazioni protezionistiche e isolazioniste variegate. Tra questi hanno un ruolo fondamentale le trasformazioni e i cambiamenti, soprattutto il fabbisogno energetico in costante aumento e il calo di forniture dovute ad una totale dipendenza da nazioni extra UE.
Sono chiaramente molto preoccupanti e impellenti i problemi riguardanti la situazione economica e la disoccupazione.
La sensazione che però percepiamo da questi interventi è quella di un continuo tentativo di sanare le falle che si aprono continuamente. È netta la sensazione di una mancanza di visione e anche una totale assenza di analisi sociali e tecnologiche.
È chiaro a tutti che la perdita del capitale umano dovuta a un crollo di fiducia nelle istituzioni e in tutti gli apparati centralizzati, privi di un reale controllo, stia portando ad un deficit di relazioni umane. Queste sono essenziali e fondamentali per creare condizioni di prosperità, di scambi culturali e commerciali.
Si naviga a vista insomma. La tecnologia digitale sta radicalmente modificando la realtà e il nostro modo di vivere. Conseguenza primaria e fondamentale è che anche noi stiamo cambiando. Ci stiamo adeguando e adattando ad un habitat che stiamo costruendo a misura delle macchine piuttosto che per noi stessi.
Ritengo fondamentale e prioritario oggi che ci si fermi un attimo a fare il punto della situazione. Non è più procrastinabile analizzare in quale momento di evoluzione antropologica e sociale siamo. É indispensabile avere la consapevolezza del momento storico e della realtà che stiamo vivendo. Questo è strumentale per poi determinare gli obiettivi. Per capire che strada prendere. Per indicare correttamente la direzione da imboccare.
I sistemi centralizzati e la loro capacità di memorizzare dati, trasformarli in informazioni per poi affrontare meglio il futuro oggi sono in gravissima crisi. Hanno funzionato benissimo e ci hanno portato a questo livello evolutivo e di prosperità. Abbiamo vinto tantissime sfide grazie a questo sistema: le carestie, guerre continue e perpetue, esposizione ai fenomeni climatici, malattie, ecc.
Ora dobbiamo cambiare prospettiva. Puntare ad altri obiettivi, anche più ambiziosi. Per esempio il benessere individuale e sociale. Senza sé e senza ma.
In tutto questo la tecnologia può darci una grandissima mano. Ma ad una sola condizione: deve essere funzionale e al servizio dell’uomo. Deve essere il mezzo, non il fine ultimo del nostro agire e delle nostre decisioni.
È necessario avere un progetto umano e determinarne gli obiettivi, bisogna riportare il focus sul concetto principale: l’uomo prima di tutto.
Partiamo dal presupposto quindi che la tecnologia è al servizio dell’uomo e non viceversa.
Internet ha modificato l’esistenza di noi esseri umani, rivoluzionando il sistema di fruizione delle informazioni, modificando il concetto di spazio e tempo. La mutata gestione di quest’ultimo ha avuto una ricaduta importante sul nostro benessere psico-fisico.
Ma il progresso non si ferma mai ed è proprio per questo che oggi l’Europa è a un punto di svolta della sua storia.
Una di queste tecnologie digitali, la Blockchain, ha tutti i requisiti per portarci ad una vera e propria rivoluzione sociale, in grado di creare nuove ontologie e, con queste, nuove opportunità. Ma soprattutto riportare fiducia.
Le premesse sono quelle di un superamento del concetto di centralizzazione. Con la sua dinamicità ed unicità applicata a varie infrastrutture, rappresenta una svolta concreta in settori come ad esempio la supply chain.
La tecnologia Blockchain a cui dobbiamo guardare come la rivoluzione positiva è però solo quella che ha i requisiti fondamentali per essere tale: governo condiviso e controlli distribuiti. Questi sono gli elementi che, se realmente e correttamente implementati, conferiscono alla Blockchain il potere di superare i sistemi centralizzati che oggi con il digitale hanno mostrato i loro limiti.
Ho molti dubbi e perplessità che una tecnologia che ha come fondamenta il superamento di logiche di intermediazione fiduciaria possa essere realizzata da coloro che ne subirebbero per primi i suoi effetti rivoluzionari.
Una Blockchain Europea volta a superare i vincoli e le storture di sistemi centralizzati fossilizzati e arroccati su sé stessi è quasi un ossimoro. L’agnellino non può essere contento che stia arrivando la Santa Pasqua.
Ho molti dubbi, sia dal punto di vista di implementazione tecnologia che di obiettivo reale nella realizzazione di un sistema che De-Centralizza realizzato da chi impiega tutte le sue energie e risorse per perpetuare un sistema centralizzato.
Salvaguardare tutti questi aspetti a livello mondiale è fondamentale per il nostro sistema, la Blockchain migliora notevolmente la sicurezza informatica, garantendo l’immutabilità dei dati e il venir meno del concetto di data breach (violazione dei dati personali).
Oggi informarsi e formarsi è più importante che mai. Il pericolo reale è finire in una situazione di irrilevanza che porta ad una reale esclusione dalle dinamiche sociali e produttivi.
La consapevolezza è l’unica strada che può portarci ad una reale rivoluzione pacifica, buona e positiva nel nostro percorso evolutivo. Ma questa strada ha nell’assunzione di responsabilità il nemico peggiore. Forse non siamo ancora pronti a questo passaggio.
Qualcuno che prende le decisioni per noi, per il nostro futuro, per le nostre vite ci fa ancora molto comodo.
E noi umani dobbiamo sottostare alla legge fondamentale del nostro vivere: la legge del minimo sforzo cognitivo.