Intro

Dal trattamento dei rifiuti all’abbattimento delle fonti inquinanti, dagli investimenti Green alla valorizzazione della Circular Economy, la blockchain può giocare un ruolo primario nella pianificazione e gestione delle attuali problematiche ambientali. Grazie alle sue caratteristiche, infatti, può adattarsi a realtà fortemente diverse tra loro e raggiungere ugualmente sia il singolo individuo che le realtà aziendali, agevolando l’implementazione di strategie di coinvolgimento attivo.
Utilizzando strategie di coinvolgimento ad incentivi, sia le aziende che singoli individui possono essere incoraggiati ad agire in modo sostenibile, attraverso la messa a disposizione di informazioni, premi, crediti, token e sistemi di reputazione basati su blockchain.
Questo tipo di approccio può essere di fondamentale importanza al fine di cambiare il modus operandi della nostra economia e avvantaggiare non solo noi ma soprattutto le generazioni che verranno.
Attraverso la blockchain e il sistema ad incentivi si può infatti pensare di costruire alternative che traducano economicamente il valore delle singole azioni, creando opportunità di crescita, sviluppo e di conseguenza nuovi flussi economici.
Tutto questo risulta difatti facilitato dal registro pubblico distribuito della blockchain, volto a memorizzare record di transazione o qualsiasi altra informazione, eliminando la necessità di intermediari e consentendo agli utenti di interagire peer-to-peer a costi di transazione ridotti, aumentando, contemporaneamente, l’efficienza e il valore del dato stesso.
Ad oggi esistono diverse tipologie di blockchain (pubbliche e private), ognuna con peculiari caratteristiche che permettono agli utenti di creare programmi (dApp) per ogni genere di problema e che offrono un’immensa varietà di soluzioni, usi e applicazioni.
Attualmente, abbiamo ampia conoscenza della blockchain applicata ad aree d’interesse di stampo economico e finanziario ma è bene sottolineare come tale tecnologia possa avere anche un impatto positivo sulla nostra concezione del sistema ambiente, offrendo spunti e strumenti di gestione innovativi.
Cerchiamo quindi di descrivere cinque diversi utilizzi della blockchain in rapporto con la sostenibilità ambientale:
- Gestione della catena di approvvigionamento;
- Circular Economy e ciclo dei rifiuti;
- Energia;
- Controllo sui trattati e accordi comunitari e “carbon footprint tax”;
- Finanziamento diretto alle No Profit (ONG);
1. Gestione della catena di approvvigionamento
Uno degli attuali e principali utilizzi della blockchain riguarda certamente la certificazione della catena di produzione e del prodotto. La maggior parte delle persone oggi desidera sempre di più acquistare prodotti realizzati con un approccio etico e sostenibile, ricercando questo tipo d’informazione nella storia aziendale o nell’etichetta stessa. Accade spesso però che queste risultino non disponibili o di difficile reperibilità. Un prodotto passa infatti attraverso molte mani prima di raggiungere il negozio e può essere facile per le aziende non mantenere la trasparenza necessaria riguardo, per esempio, al processo di produzione: dai materiali ai reagenti chimici impiegati, dalle modalità di trattamento dei rifiuti di scarto alle politiche di trattamento dei propri dipendenti, etc.
In questi contesti, tracciando il percorso dal produttore allo scaffale, aiutando a prevenire sprechi e inefficienza, frodi e pratiche non etiche, la blockchain può servire a fare chiarezza, rendendo cosi il tutto più trasparente e tracciabile.
I consumatori possono cosi risultare meglio informati su ogni prodotto che acquistano ed essere messi nella condizione di effettuare scelte più consapevoli e rispettose per l’ambiente.
Monitorare meglio ad esempio la catena del cibo, consente agli acquirenti di comprare prodotti tipici locali avendo la certezza che essi siano stati coltivati, trasformati o gestiti localmente.
Questo, oltre a dare certificazione di qualità (come nei piccoli marchi ad alto valore qualitativo e commerciale) può aiutare a sapere, ad esempio, se un prodotto risulta effettivamente a km 0 e se quindi la sua produzione contribuisce all’abbattimento delle emissioni di CO2 derivanti dal trasporto su strada, o se un pesce venduto in un mercato ittico locale provenga effettivamente da un pescatore o azienda “locale” che adotta effettivamente metodi di pesca sostenibile e pratiche equosolidali.
Esistono già alcune soluzioni di questo tipo, ognuna costruita su blockchain specifica, con focus su singoli progetti o finalità, come ad esempio “Foodtrax” o lo stesso progetto del “Mirtillo biologico gigante” di Affidaty (per la filiera di produzione del mirtillo toscano biologico “Borgo San Giuliano”). Entrambe rappresentano infatti un’applicazione di tracciamento del valore del prodotto dalla sua origine allo scaffale, conferendo qualità e trasparenza al processo, al prodotto stesso e all’azienda che lo produce.
2. Circular Economy e ciclo dei rifiuti
Con gli attuali programmi di riciclo, gestione rifiuti e sistemi di smaltimento, le persone svolgono un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento del processo di rivalorizzazione del rifiuto. La maggior parte delle volte però questi non hanno sufficiente motivazione, educazione o attenzione per una partecipazione attiva e consapevole. La responsabilità nell’esecuzione dei programmi di riciclo ricade quindi sulla pubblica amministrazione locale in maniera spesso confusa o frammentata. Ciò si traduce in comunità prive di programmi di ritiro o di una gestione dei rifiuti ottimizzata, risultando cosi difficile monitorare e confrontare l’impatto che questi programmi hanno sull’ambiente e sulle persone stesse.
Attraverso la blockchain, si può quindi incoraggiare la partecipazione del singolo offrendo ricompense finanziarie (anche sotto forma di token crittografico) in cambio del deposito di materiali usati e riciclabili alle isole ecologiche o ai punti di ritiro (come contenitori di plastica, lattine o bottiglie etc).
Un approccio del genere faciliterebbe pertanto il monitoraggio dei volumi, dei costi e dei profitti, offrendo una più chiara valutazione dell’impatto che ogni azienda o individuo può avere sulla buona riuscita del progetto.
“Social Plastic” (aka “Plastic Bank”) ad esempio è un progetto che lavora per trasformare la plastica in valore creando centri di raccolta (in comunità sottosviluppate) in cui le persone possono depositare plastica usata in cambio di valuta, servizi o articoli specifici (come ad es. carburante).
Attualmente l’azienda sta già lavorando per allargare il progetto su blockchain consentendo alle persone di scambiare i materiali con token crittografici in modalità peer-to-peer. Questo approccio ha lo scopo di ripulire il mondo dai rifiuti di plastica cercando, allo stesso tempo di alleviare la povertà di questi luoghi, creando un indotto con una vera e propria sub-economia di scala.
Come “Social Plastic” anche “Re-Universe” è un altro esempio di dApp, attualmente in fase di sviluppo, che consente alle persone che abitano in diverse parti d’Europa, di restituire i loro contenitori di plastica usati in cambio di token (attraverso l’utilizzo anche di punti di ritiro automatici).
In sintesi, un approccio di questo tipo potrebbe risultare vincente nel lungo periodo poiché in una società basata sul consumismo, dove risulta facile produrre rifiuti e scarti che hanno bisogno di essere gestiti e smaltiti, è necessario evitare la dispersione nell’ambiente di certe tipologie materiale offrendo allo stesso tempo un modello che possa favorire il rispetto delle norme e aiutare a mantenere vivo l’interesse sull’argomento.
3. Energia
La gestione del mercato energetico è un altro settore caratterizzato da un’alta centralizzazione.
Per le forniture di energia si deve infatti passare attraverso società fiduciarie che acquistano energia da utility di più grandi dimensioni, provvedendo poi a rivenderla ai singoli utenti. Questo modello di scambio e stoccaggio va a creare un’alta inefficienza nella distribuzione della stessa, producendo spesso eccedenze inutilizzate e causando interruzioni di fornitura energetica per lunghi periodi soprattutto nelle zone colpite da disastri naturali o dove le persone vivono con un più alto tasso di povertà.
Dato che le centrali elettriche sono di solito costose e spesso finanziate da governi o da grandi società private, un sistema energetico decentralizzato con scambio peer-to-peer, aiuterebbe a ridurre la necessità di trasmettere elettricità su lunghe distanze, abbattendo di conseguenza anche le perdite subite lungo il percorso. Una piattaforma basata su blockchain potrebbe quindi consentire a istituzioni, aziende e singoli individui di ottenere profitti investendo direttamente in piccole e medie installazioni di pannelli o strumenti per l’accumulo di energia pulita e rinnovabile, aiutando cosi a ridurre la necessità di stoccaggio energetico centralizzato e favorendo contemporaneamente lo scambio locale (da dove risulta in eccesso a dove risulta necessaria), impattando di conseguenza positivamente sui costi di produzione, stoccaggio e trasporto.
Startup innovative come “Transactive Grid” o “SunContract” (entrambe piattaforme di scambio di energia solare rinnovabile peer-to-peer basata su blockchain) offrono esempi virtuosi di gestione energetica. “Transactive Grid”, per esempio, è un servizio di grid energy basato su Ethereum che consente ai clienti di effettuare transazioni su sistemi decentralizzati di generazione energetica (come singoli condomini) in modo più efficace, abilitando i singoli abitanti a generare, acquistare e vendere in completa autonomia l’energia elettrica creata dai loro impianti, scambiandola con i vicini.
Tale modello sostiene la crescita del microinvestimento retail sulle energie rinnovabili, canalizzando l’impegno economico del singolo cittadino verso il proprio territorio. “EcoChain” è un esempio di dApp sviluppata proprio per questo obiettivo: creare una piattaforma in cui le persone investono nelle energie rinnovabili o installazioni solari in loco, ottenendo un ritorno sul loro investimento derivante dallo scambio energetico accumulato e direttamente nel proprio wallet.
Tale progetto può avere un impatto importante soprattutto nei paesi ancora in via di sviluppo e in cui l’energia è privilegio di pochi.
La “Blockchain for Sustainable Energy and Climate in the Global South: Use Cases and Opportunities”, ad esempio, ha approfondito proprio come tale approccio possa accelerare la transizione verso un’energia più pulita aiutando contemporaneamente a combattere il cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo. A seguito, in un suo recente studio, ha analizzato come il cambiamento che le temperature globali attuali stanno subendo possa arrivare ad un aumento medio di circa 2,7°C entro la fine del secolo.
L’analisi ha destato preoccupazione sia nei vertici politici che nell’ONU: il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha infatti definito tale aumento di temperatura come “catastrofico”.
Analogamente anche Mark Radka, capo dell’ “UNEP Energy and Climate Branch”, riferendosi ai dati dell’Emissions Gap Report 2021 dell’UNEP ha affermato che: “il mondo ha bisogno di dimezzare le emissioni nei prossimi otto anni per rimanere sulla buona strada, espandendo allo stesso tempo l’accesso all’energia per portare centinaia di milioni di persone sulla rete […] la tecnologia blockchain può svolgere un ruolo fondamentale, rendendo possibile il monitoraggio, la generazione e la distribuzione del carico attraverso un uso più efficiente dei dati“.
Purtroppo dobbiamo specificare che attualmente esistono ancora degli ostacoli all’implementazione su vasta scala della blockchain nei vari ambiti di applicazione ambientale. Non possiamo infatti non accennare all’attuale dibattito sul livello di utilizzo energetico di alcune blockchain PoW (Proof-of-Work).
Alcune tipologie di blockchain infatti necessitano ancora di un’elevata quantità di potenza di calcolo (e quindi di elettricità) al fine di funzionare e, dato che in molti paesi il costo dell’energia può risultare proibitivo, questo rende difficile lo sviluppo e l’implementazione di certe tipologie di infrastruttura. È comunque importante sapere che attualmente le “nuove” blockchain stanno già nascendo con un occhio di riguardo verso il consumo energetico, abbracciando sempre di più criteri di sostenibilità come gli ESG. I criteri ESG (Environmetal Social Governance) sono parametri di ranking richiesti per misurare la capacità delle aziende di aderire a principi standard considerati imprescindibili per uno sviluppo futuro ed organico dell’imprenditoria sostenibile). In questo momento per esempio, al centro del dibattito, troviamo le accuse mosse al meccanismo di consenso Proof-Of-Work di essere altamente energivoro con costante sponsorizzazione al più attuale meccanismo di consenso Prof-of-Stake (nelle sue varie declinazioni).
Su questo anche i diversi quadri normativi comunitari saranno di fondamentale importanza. Le tariffe dell’elettricità, infatti, in molti luoghi, dovranno essere modificate in modo che i consumatori abbiano maggiori possibilità di partecipare allo scambio di energia accumulata in eccesso. Tali quadri normativi o linee guida risultano però ancora distanti dall’essere esaustivi o quantomeno chiari. Dobbiamo quindi sperare che la parte politica agevoli l’attuale sviluppo tecnologico, rimuovendo per quanto possibile eventuali barriere burocratiche e gestionali all’innovazione.
4. Controllo sui trattati e accordi comunitari e carbon footprint tax
Monitorare l’impatto degli accordi e dei trattati ambientali può essere complesso. In questo contesto l’immutabilità e la trasparenza della blockchain possono aiutare nel controllare la condotta dei soggetti coinvolti e scoraggiare comportamenti illeciti. Un esempio sono i “carbon credits”. I “carbon credits” rappresentano una strategia sostenibile orientata alla promozione di progetti nazionali e internazionali di tutela ambientale e climatica, con l’obiettivo di ridurre i gas serra. I “carbon credits” attestano che le azioni di un’azienda rispettano i requisiti di sostenibilità e tutela ambientale. Investire in questo settore può rappresentare quindi un’opportunità di differenziazione, migliorando la competitività del proprio business ed il proprio posizionamento sul mercato, in piena coerenza con la propria “Corporate Social Responsibility”.Tracciare in modo trasparente i “carbon credits” delle singole aziende o singoli progetti, può mostrare se gli impegni presi siano stati veramente rispettati o meno.
Nell’attuale sistema economico l’impatto ambientale di ciascun prodotto risulta infatti di difficile determinazione e il suo “carbon footprint” (livello di emissioni di carbonio) non viene preso spesso in considerazione nel processo di produzione e di conseguenza nel prezzo finale. Ciò significa che ci sono pochi incentivi per i consumatori ad acquistare prodotti a basso impatto e pochi incentivi per le aziende a produrre o vendere tali prodotti.
Analogamente ai “carbon credits”, anche il monitoraggio del “carbon footprint” di ciascun prodotto attraverso blockchain può proteggere questi dati dalla manomissione ed essere utilizzati per determinare l’importo della tassa sul carbonio da addebitare all’azienda produttrice. Se un prodotto con elevata “carbon footprint” (quindi con maggior impatto ambientale) risultasse più costoso da acquistare, incentiverebbe i consumatori verso un comportamento più consapevole e le aziende sarebbero così incoraggiate a ristrutturare le proprie catene di approvvigionamento al fine di soddisfare tale la domanda e caratteristiche d’impatto.
Un tale sistema di reputazione basato su blockchain potrebbe quindi assegnare a ciascuna azienda e a ciascun prodotto un punteggio basato sul parametro di “carbon footprint”, rendendo la produzione più trasparente e scoraggiando contemporaneamente pratiche dispendiose o poco rispettose dell’ambiente.
5. Finanziamento diretto alle “No profit” (ONG)
Infine, attraverso l’utilizzo della blockchain non possiamo non affrontare la tematica delle donazioni rivolte alle organizzazioni non governative (ONG), problema ben noto che riguarda direttamente il singolo cittadino.
Questo contesto mette infatti bene in evidenza uno dei problemi innati nella natura umana: quello della fiducia verso l’altro.
Il tema della fiducia fra due parti è infatti argomento prioritario quando si parla di buone pratiche di utilizzo della blockchain: burocrazia, corruzione e inefficienza sono alcune tra le principali problematiche che possono potenzialmente causare diffidenza in questo campo.
Anche qui la blockchain può garantire che il denaro versato venga tracciato lungo il suo percorso. È possibile infatti implementare tutta una serie di meccanismi di controllo e tracciabilità sulla singola transazione che i più tradizionali circuiti di pagamento purtroppo non hanno. Ad esempio le donazioni potrebbero essere rilasciate automaticamente all’indirizzo univoco dell’organizzazione specifica solo successivamente al raggiungimento di specifici obiettivi presenti nel programma. In questo modo la fiducia del singolo retail verso la fondazione aumenterebbe notevolmente poiché da un lato avrebbe modo di verificare l’andamento dell’operato e dall’altro gestirebbe le sue donazioni in maniera diretta, senza passare attraverso intermediari esterni.
La tokenizzazione della valuta, inoltre, consentirebbe un ulteriore step di ottimizzazione poiché un trasferimento di fondi attraverso la blockchain senza la necessità di conti bancari, può aiutare le persone che vivono in paesi privi di tali infrastrutture a ricevere ugualmente il denaro senza bisogno di passare attraverso una complessa rete di intermediari o autorità centralizzate.
Esistono già diversi esempi di applicazione in questo campo. “Bitgive” e “Bithope” sono solo due degli enti di beneficenza che lavorano utilizzando blockchain e criptovalute per eseguire il loro lavoro e molte altre stanno valutando questa soluzione.
Criticità
In tutto questo dobbiamo però ricordare che la blockchain risulta essere ancora ai suoi albori e dato che alcune delle chain oggi presenti possono avere ancora un potenziale impatto negativo sull’ambiente, come l’elevato impatto energetico o la mancanza di rispetto dei criteri ESG, esiste la necessità che la tecnologia stessa continui ad evolversi fino ad arrivare a promuovere a pieno la propria sostenibilità su larga scala. Guidare l’espansione della blockchain richiederà inoltre un miglioramento nell’infrastruttura digitale, compreso l’ampliamento dell’accesso a Internet e alla banda larga a prezzi accessibili. Questo potrà così permette di costruire infrastrutture digitali basate su sistemi IoT altamente efficienti.
Ovviamente, come già accennato, il veloce avanzamento tecnologico necessita durante il suo sviluppo che le parti politiche si adeguino attraverso la modifica o la creazione ex novo delle normative comunitarie di riferimento, cosi da incentivare e non ostacolare lo sviluppo dei futuri sistemi energetici.
Attualmente partnership come quella guidata dall’UNEP (la “Coalition for Digital Environmental Sustainability”) possono supportare questi sforzi, collegando applicazioni di tecnologia digitale tramite blockchain alla sostenibilità ambientale nelle sue varie declinazioni ma questo dovrà essere un percorso continuo dei prossimi anni a venire.
Conclusioni
In sintesi, la valorizzazione di quella parte del bene comune inteso come ambiente in cui viviamo deve pertanto partire dal basso, dal diretto coinvolgimento e dall’educazione del singolo nonché dall’attenta sensibilizzazione delle comunità.
Gli ambiti sopra descritti sono solo alcune delle implementazioni che attualmente stanno nascendo sul panorama mondiale ma ne esistono molte altre che meriterebbero particolare attenzione e approfondimento.
Nel corso degli ultimi anni infatti, soprattutto grazie al mondo della finanza (e delle criptovalute), la blockchain ha vissuto e sta vivendo un importante periodo di espansione che permetterà un sempre maggiore interesse da parte del singolo ma soprattutto di istituzioni, aziende e multinazionali che già da tempo (in verità) hanno messo gli occhi addosso a questa tecnologia.
La speranza è che l’evoluzione possa perdurare per anni e arrivare ad una maturità tale da permetterne una massa adoption sempre maggiore e un utilizzo avanzato che possa migliorare la qualità della vita di tutti.
Reference and Links
https://foodtrax.pk
https://plasticbank.com
https://www.blockchain4innovation.it/tecnologie/siemens-brooklyn-grazie-ai-microgrid-basati-blockchain-lenergia-si-vende-si-acquista-autonomia/
https://re-universe.com
https://solarcoin.org
https://ecochain.com
https://www.unep.org/resources/report/blockchain-sustainable-energy-and-climate-global-south
https://www.unep.org/resources/emissions-gap-report-2021
https://www.bitgivefoundation.org
https://bithope.org
https://www.cerved.com/cose-il-rating-esg-o-rating-di-sostenibilita/
https://www.umweltbundesamt.de/en/topics/digitalization/coalition-for-digital-environmental-sustainability#undefined