Intro
È fuori discussione.
La blockchain è qui per restare.
E la cosiddetta crypto arte? Pure.
Ma, prima di tutto, lasciatemi condividere quella che è la mia l’esperienza personale, parte di un percorso di ricerca, di evoluzione artistica e professionale.
Giusto i primi di marzo ho terminato la parte teorica di un Master in Crypto Arte NFTpromosso da IDI (Italian Design Institute), durato due mesi, il quale proseguirà̀ per altri due mesi e sfocerà in un project work finale. Questo progetto è uno step fondamentale per mettere in pratica la teoria affrontata nelle lezioni in streaming e utile a “toccare con mano” tutti gli aspetti della tecnologia blockchainlegata all’ Arte NFT.
Tra i docenti dell’Italian Design Institute ho il piacere di ricordare Massimo Ruotolo – COO di TOKENABLE Ltd, divulgatore e speaker radiofonico – e Manuel Timperi – artista e co-Founder sempre del suddetto progetto -, entrambi professionisti che lavorano nel settore, così come Alisia Viola, curatrice di diversi artisti tra cui Andrea Crespi, docente anche lui nel master e tra i primi crypto artisti in Italia.

Provo ora a spiegare in modo semplice cosa ho capito della blockchain e quali sono i vantaggi di questa tecnologia applicata al mondo della Crypto Arte NFT.
“La prova del nove” sarà spiegarlo ai miei genitori (utilizzatori medi di computer), in un modo che possa risultare chiaro anche ad un amico, fidanzato, colleghi, ecc.
Piccole premesse indispensabili su Crypto Art, NFT e Blockchain
Cosa è la Crypto Art?
Per “arte” intendo l’arte in senso ampio: design, pittura, scultura, musica, cinema, fotografia, fashion, ecc. Per Arte Crypto, invece, si intende l’arte digitale e non, resa immutabilmente unica grazie alla blockchain. Ma ci torniamo tra poco.

Cosa è la blockchain?
Quando si parla di tecnologia blockchain potremmo immaginare una catena di persone (o nodi online) tutte collegate tra loro, che verificano e convalidano la stessa informazione/transazione su uno spazio condiviso da tutti, dove non esiste una figura centrale “predominante e deliberante”.
Immaginatevi una piazza pubblica, nella quale ogni partecipante può dare il suo consenso alla proposta “X” in esame, prima verificandola e poi convalidandola.
È il “consenso distribuito” di tutti a conferire autenticità ad una determinata operazione/informazione: la collettività.
Questo è senz’altro un bellissimo esempio di democratizzazione e libertà.
Entrando di più sul tecnico, aggiungerei che la Blockchain potrebbe essere pensata come un “Notaio digitale” che “registra” una serie di operazioni (in modo automatico) e le convalida a livello mondiale, grazie all’aiuto di tre protagonisti: la crittografia (scrittura nascosta), l’hash (un codice alfanumerico che tradotto può essere una immagine, una foto, una traccia musicale, ecc) e la firma digitale.
Cosa è un NFT, e in che modo è collegato con la Blockchain?
Un NFT (Non Fungible Token o gettone non scambiabile) è la rappresentazione digitale di un bene materiale o immateriale, la cui unicità è assicurata tramite criptografia, che ne impedisce la “copia”.
L’ NFT è il DNA digitale di un’opera. È la “sugellazione informatica” di manufatti originali che possono essere fisici o digitali.
E, fate attenzione, alla base degli NFT cosa c’è?
C’è la tecnologia blockchain che ne certifica la crypto – unicità e autenticità.

Ecco in che modo la Crypto Arte NFT è collegata con la tecnologia blockchain.
L’ NFT è uno Smart Contract a tutti gli effetti, ovvero un contratto intelligente regolamentato da funzionalità informatiche e automatismi necessari e predisposti a garantire adempimenti contrattuali, oltre che a gestire lo scopo di un asset, in questo caso rappresentato da un’opera d’arte o un collezionabile.
Arte Crypto, NFT, Blockchain e loro applicazioni
Adesso proviamo ad unire tutti i puntini e a dare una forma ai concetti sopra espressi con un esempio concreto:
io creo un’opera d’arte digitale (può essere anche musica, video, un game, abito, un immobile, una pittura, una fotografia), la vendo online a Mario tramite un marketplace dedicato (Tokiplace, Supererrare, Opensea, ecc); il pagamento avviene con moneta crypto (ether, bitcoin, ecc.).
Ebbene, l’intera transazione viene registrata e convalidata con tecnologia blockchain, a cui verrà applicato anche uno “Smart Contract” che non solo certificherà la paternità autoriale, l’autenticità dell’opera, le figure coinvolte nella transazione, il valore economico, l’ora, il luogo e tutto ciò che trasformerà di fatto e definitivamente l’opera in un NFT. Prerogativa indispensabile di tale contratto, oltretutto, sarà quella di garantire la continuità delle condizioni contrattuali nel tempo. Renderà necessario, ad esempio, il riconoscimento di una Fee all’artista ad ogni futura vendita o rivendita da parte di altri collezionisti.

Altro esempio: dopo un anno Mario decide di vendere il suo NFT a Svetlana e, grazie ad una nuova convalida della tecnologia blockchain, l’opera diventa in piena regola di proprietà della nuova acquirente.
Un domani anche Svetlana potrà a sua volta rivendere l’opera, e così via di seguito. In tutti questi passaggi, il Creator continua a vedersi recapitare in automatico una Fee (percentuale) nel suo wallet (portafoglio digitale).
I vantaggi della blockchain per la Crypto Arte NFT
Quindi, che cosa si deduce dal suddetto esempio? Grazie alla tecnologia blockchain è possibile creare e distribuire NFT liberamente, da persona a persona (peer to peer), senza ulteriori intermediari (gallerie, curatori, legali, banche ecc), accelerando i tempi e soprattutto con una significativa diminuzione dei costi.
Un’altra peculiarità di questa tecnologia applicata alla Crypto Arte NFT è che “la verità degli altri” (come direbbe Pirandello) è alla luce del sole: è tutto tracciato.
Dai passaggi di mano, agli scambi e alle cessioni tra più parti, senza il pericolo di copia del NFT. Dove? Su Etherscan – Guardare per credere!
Bene. Se è tutto chiaro, concluderei con alcune riflessioni finali.

Perché si parla così poco di tecnologia blockchain? Eppure non è nata ieri.
Di cosa abbiamo paura?
In Italia se ne parla, ma solo in contesti e ambienti particolari. Tra sentire i rumors e leggere notizie chiare sui giornali passano anni. Anni preziosi per evolvere.
Così permangono ignoranza e diffidenza. Scetticismo comprensibile in un paese in cui mafie ed evasione fiscale sono purtroppo all’ordine del giorno, ma non è altrettanto giustificabile l’ignoranza che ci rende diffidenti e ci fa perdere occasioni preziose di innovazione tecnologica e prospettive di crescita.
Dunque: se alla sacrosanta esigenza di trasparenza si dovrà rispondere con rigorosi strumenti di controllo (esistono, a questo riguardo, Agenzie dello stato e organi di repressione), alla diffidenza si dovrà rispondere con una grande azione di informazione e formazione.
Chi potrebbe esserne titolare? Le regioni, ad esempio, che gestiscono la formazione professionale. Dove? In ogni territorio, in tutto il Paese.
Purtroppo, siamo così tanto abituati a una visione di azione e controllo centralizzati, che il passaggio alle nuove tecnologie non sarà facile: ma se non ora quando? Restare al passo potrà fare la differenza tra il beneficiare di un cambiamento di questa portata o il restare indietro nelle tossiche nebbie dell’ignoranza.