Il presente contributo, che per la prima volta apre una finestra di conoscenza sulla tecnologia blockchain e i rischi di riciclaggio in una rivista di amministrazione pubblica, è tratto dall’articolo di Giuseppe Franceschini uscito sulla rivista Anfaci, periodico di cultura istituzionale dei funzionari dell’Amministrazione civile dell’Interno, a. XXV, n.110, Roma 2022, pp.70-73.
https://www.anfaci.it/wp-content/uploads/2022/10/Rivista-N%C2%B0110-2022.pdf
Il progresso tecnologico ha reso il mondo più piccolo, viviamo costantemente in una rete di informazioni che riceviamo e inviamo in tempo reale.
Oggi, grazie alla blockchain, si avrà la possibilità di costruire networks sulla fiducia, dove sicurezza, trasparenza e legalità non avranno più margine di errore.
Fenomeno Bitcoin: cos’è la blockchain?
Nel 2022 si parla molto di questo fenomeno tra le tendenze del futuro della finanza legate alle nuove tecnologie. Alla Wired Trends 2022 si sono approfonditi soprattutto alcuni nuovi strumenti: la finanza integrata, l’alternative lending e le nuove frontiere delle valute digitali. Tra sentimenti diversi di ottimismo per la ripresa post pandemica e cautela riguardo la progettualità e i consumi della maggior parte degli italiani, emerge in un futuro prossimo la necessità di operare sempre più in modo semplice, veloce e globale. Senza entrare nei tecnicismi, cerchiamo di capire come funziona la tecnologia che si cela dietro la criptovaluta più conosciuta.
Blockchain in italiano significa “catena di blocchi” e la dobbiamo immaginare proprio come tale. Rappresenta un registro pubblico, condiviso, decentralizzato e distribuito tra più nodi (cioè i computer) di una rete. Ogni blocco è un file contenente informazioni, che quando raggiunge la sua capienza limite, viene sigillato e si prosegue nel blocco successivo. Ma come avviene questo processo di sigillo?
Ad ogni blocco, quando pieno, viene calcolata una funzione Hash. La funzione Hash permette di trasformare un’informazione in un codice alfanumerico irreversibile ed univoco. Questo significa che quell’informazione si trasformerà sempre in quel codice, ma il codice non ti darà la medesima informazione. Questo è molto importante perché consente di vincolare e cifrare le informazioni di un blocco senza che possa esser manipolato nel futuro.
Quindi, come abbiamo detto all’inizio, ogni blocco è collegato al successivo, ma come? Quando il blocco (1) viene riempito, ne verrà calcolata la funzione Hash, e la prima informazione del blocco (2) sarà proprio la funzione Hash del blocco (1), creando così una catena dove ogni singolo elemento della sequenza è legato al precedente e al successivo. Se qualcuno provasse a manipolare la blockchain anche di una sola virgola, cambierebbe tutto il codice con un effetto a catena. In un attimo i computer della rete se ne accorgerebbero e quella copia della blockchain si disconnetterebbe. Ma allora questo codice a chi crede? La tecnologia blockchain crede al 50% +1 del consenso all’interno dei nodi, questo perché la storia ci ha insegnato che il singolo è fallibile.
Contesto storico: l’uomo non può fidarsi del suo simile
L’essere umano, nel corso della storia, ha utilizzato ed implementato diverse forme di pagamento per la vendita e l’acquisto di beni e servizi.
Fin dal 2000 a.C. c’erano problemi nel poter concludere transazioni commerciali oneste perché le prime monete del tempo non avevano per tutti lo stesso valore.
Si necessitava di un soggetto terzo che si facesse garante tra acquirente e venditore, affinché l’accordo commerciale risultasse onesto per entrambi. Tale ruolo venne utilizzato nell’Antica Grecia dai Santuari legati ai templi religiosi, i quali, per la prima volta nella storia, marchiarono le monete. Questo contrassegno dava totale fiducia nell’utilizzare e ricevere monete perché c’era un soggetto super partes che ne fissava un valore.
Non solo, i Santuari si comportavano proprio da filiali, dove si potevano depositare le proprie monete prima di un lungo viaggio, per poi ritirarle in un altro Santuario con la prova di averlo depositato nel primo. La logistica del deposito divenne così a quel tempo utile, necessaria e garantita, poiché i saccheggi e gli atti a delinquere erano all’ordine del giorno.
Successivamente, intorno al 550 a.C. circa, Creso, l’ultimo sovrano della Lidia coniò le prime monete d’oro da utilizzare nel suo regno e nei territori confinanti.
Per la prima volta la moneta, non solo raffigurava il volto di chi la controllava, ma assunse un ruolo geopolitico. Questa evoluzione continua ha portato alla creazione di diverse tipologie di valute nella storia, dove alla base di ogni territorio c’era la propria moneta di scambio, con la sua simbologia identitaria e di appartenenza.
E quello che legava ogni moneta del mondo, come ancora oggi, era la necessità di un terzo garante che ne mantenesse stabile il valore.
Ma perché anche nell’età ellenica, in un’epoca così poco burocratizzata e tanto vivace sia nella cultura sia nei commerci, in una fase in cui i diversi regni erano ricchi e aperti allo scambio tra popoli occidentali e orientali, si aveva già bisogno di garanzie? È ragionevole arrivare alla conclusione che i sistemi economici/finanziari di ieri ed oggi siano basati sulla mancanza di fiducia. Figure centralizzate si pongono come intermediari fiduciari perché l’uomo non può fidarsi di un suo simile.
Crisi del 2008. La storia non si ripete, ma fa rima con se stessa
Nella storia più recente ci sono stati due eventi catastrofici nel settore finanziario, che hanno portato alla distruzione del tessuto economico e sociale.
La prima è stata la Grande Depressione del 1929 e la seconda è stata la crisi immobiliare dei mutui nel 2008; questi avvenimenti sono stati entrambi caratterizzati da un’avidità umana, corruzione e riciclaggio di denaro che il mondo non aveva mai visto così drammaticamente nella storia. Tra gli effetti più sconcertanti è che chi ha sbagliato non ha pagato per i suoi “errori” e il costo di queste scelte sono ricadute sulle spalle dei cittadini che si sono fidati del sistema. Questo ha generato le basi per una società meno equa, dove i ricchi sono diventati ancora più ricchi, la classe media è drasticamente diminuita ed i poveri sono aumentati in modo esponenziale. Con prevedibile ma spaventosa ciclicità, questo fenomeno economico-sociale lo stiamo vivendo anche oggi con le decisioni politiche ed economiche nella lotta globale alla pandemia e alle sue conseguenze, oltre che all’imminente crisi climatica e alle sue conseguenze.
La società italiana attuale, con queste premesse, non sarà in grado di generare fiducia nonostante il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), soprattutto nei giovani, cioè cittadini e contribuenti del futuro. Una delle conseguenze potrà essere “l’etica del furbo” o quella dello slalom tra le regole, che potrebbe incentivare il singolo a comportarsi in maniera egoista nei confronti della collettività, sentendosi più libero di non rispettare la legge e giustificato nell’evadere o riciclare il denaro in suo possesso perché non riesce a bastare a se stesso e far vivere in modo dignitoso la sua famiglia.
Siamo allora sull’orlo di una catastrofe? Abbiamo ancora qualche possibilità di costruire una società più sana e libera, più giusta ed equa?
Questa chance è proposta come una rivoluzione copernicana dagli scambi e dai sistemi elettronici di pagamento, seguiti ormai dai grandi cambiamenti nell’uso della tecnologia digitale che mai nessuno avrebbe immaginato far parte del nostro vivere quotidiano. Un soggetto singolo o un gruppo di persone, con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, pubblicò il 31 Ottobre 2008 il White Paper di Bitcoin.
Il titolo recitava “ Bitcoin. A peer-to-peer Electronic Cash System”, che lanciava per la prima volta una moneta digitale come sistema elettronico di pagamento senza terze parti. Grazie alla complessa tecnologia dietro Bitcoin, ossia la blockchain, finalmente si è ideato uno strumento agile dove non ci sarà più bisogno di intermediari nell’inviare e ricevere valore (banche, circuiti di pagamento, imprese e depositi tradizionali).
La Blockchain è la prima tecnologia in grado di risolvere il problema della fiducia grazie alla condivisione simultanea e certa di informazioni che rende inutile la fiducia stessa. Si combatte o si favorisce il riciclaggio di denaro? Il mondo delle criptovalute, sin dalla loro nascita, non sono mai state messe sotto una buona luce. In particolare proprio bitcoin, che è considerato lo strumento punta di invio e ricezione di denaro per scopi illeciti. Certo, nessuno lo nega! Ma se lo sappiamo, è grazie proprio alla tecnologia su cui si basa il bitcoin stesso. La più grande differenza tra il riciclaggio di denaro fiat (euro, dollari, etc.) e quello basato sulle criptovalute è che, a causa della trasparenza intrinseca della blockchain, possiamo tracciare più facilmente come i criminali muovono le criptovalute nel tentativo ultimo di riconvertirle in valute fiat. Oggi lo strumento per eccellenza, protagonista nel riciclaggio di denaro anche di provenienza illecita, è la valuta contante. Con molta probabilità è proprio il contante la prima causa di riciclaggio di denaro, perché più semplicemente non abbiamo gli strumenti per monitorarne la tracciabilità.
La blockchain è il sistema più tracciabile che sia mai stato inventato dall’umanità. Quindi, nel futuro, solo una persona autolesionista utilizzerà la blockchain per commettere illeciti, perché potrà essere rintracciato, anche retroattivamente, in qualsiasi momento. Rimarrebbe sempre una traccia della transazione illecita.
Inoltre questa tecnologia è basata su crittografia, supportata da algoritmi che ad oggi risulterebbero quasi impossibili da hackerare. Oggi dobbiamo altresì analizzare e capire da dove proviene il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale.
Sono pochi soggetti che muovono enormi capitali, oppure esistono tante persone e società che non contribuiscono al bene collettivo? Secondo l’Agenzia delle Entrate sono circa 19 milioni i profili che non sono in regola, rappresentando la cifra abnorme di 1.100 miliardi di euro di mancate entrate. Il sistema è farraginoso e c’è bisogno urgente di infrastrutture e networks che lavorino in maniera combinata per far sì che tutto funzioni con il minor margine di errore. Le inefficienze pesano oltre 200 miliardi l’anno, la burocrazia in questo biennio è ulteriormente aumentata con il carico di procedure e adempimenti, pesando tantissimo sulle imprese, ma anche sul cittadino. Se tutti pagassimo per beni /servizi comuni efficienti, tutti pagheremmo di meno e forse saremo socialmente meno rabbiosi e più cooperativi. Al contrario, le persone oneste attualmente pagano pure per tutti coloro che pensano di possedere il diritto di usufruire del bene comune senza il dovere di contribuire al suo mantenimento.
Uno sguardo al domani: legalità e sicurezza di cui la società ha bisogno
Un mondo decentralizzato non è solo possibile, è necessario. Una società più equa, trasparente e paritaria ha bisogno di infrastrutture che non concentrano il potere nelle mani di pochi. L’implementazione di strumenti che evitino il proliferare di illeciti, grazie alla digitalizzazione del denaro, sarebbe possibile e auspicabile.
I giovani, nativi digitali, sono pronti. La tracciabilità non deve esser intesa come una violazione della propria privacy, ma è la garanzia dove la comunità potrà riporre fiducia nella società. Sicuramente la strada è molto lunga e ancora oggi abbiamo difficoltà nella digitalizzazione del nostro Paese che ha bisogno della fibra e della connessione in tutto il territorio nazionale, nelle aree interne, nelle montagne e nelle isole, ma è importante capire che il progresso tecnologico è lo strumento per eccellenza per porre le basi per la società di domani.
La storia ci ha insegnato che l’essere umano è fallibile, aggirabile e influenzabile se il motore del sistema è dettato dalla prevalenza degli interessi e del profitto di pochi a svantaggio di tutti. Troppi consulenti, investimenti promessi come competitivi, truffe su piattaforme e variabili che promettevano vantaggi, hanno influenzato il mercato della finanza implementando il desiderio di sovvertire le regole o di raggirarle.
Con la matematica e gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione possiamo far tornare i conti una volta per tutte, vivere più felici e immaginare un futuro più giusto per la società che l’essere umano stesso ha creato.
Giuseppe Franceschini