Lavori in corso
Per creare un nuovo modello concettuale per l’utilizzo della blockchain, è importante prima identificare il problema o la sfida che si vuole risolvere.
Potrebbe esserci la necessità di aumentare la trasparenza e la sicurezza in una catena di fornitura, o la volontà di creare un sistema di pagamento più veloce e meno costoso. Una volta identificato il problema, è possibile esplorare le diverse tecnologie blockchain esistenti per vedere se una di esse può essere adattata per risolvere il problema.
Se si vuole creare un sistema di votazione elettronica sicuro, Ethereum potrebbe essere una buona scelta in quanto offre smart contract. Successivamente, è importante sviluppare una comprensione approfondita delle caratteristiche e delle limitazioni della tecnologia blockchain selezionata. Ad esempio, se si sceglie di utilizzare quella di Bitcoin, è importante essere consapevoli del fatto che le transazioni sono irreversibili e che la capacità di elaborazione è limitata. Una volta compresi i vantaggi e le limitazioni della tecnologia blockchain, si può progettare un sistema che utilizzi le caratteristiche e le funzionalità appropriate per risolvere il problema identificato. Ad esempio, si potrebbe creare un sistema di votazione elettronica che utilizzi la blockchain di Ethereum e smart contract per garantire che solo i votanti autorizzati possano votare e che i voti siano conteggiati in modo sicuro e trasparente.
Il passo successivo è quello di validare il modello concettuale attraverso la creazione di un prototipo o una prova di concetto. Ciò consentirà di testare il sistema e di individuare eventuali problemi o miglioramenti da apportare prima di implementare a livello di produzione. Infine, è importante continuare a testare e migliorare il modello fino a quando non soddisfa i requisiti e gli obiettivi prefissati. Ciò può includere l’aggiunta di nuove funzionalità, l’ottimizzazione delle prestazioni e la risoluzione di eventuali problemi di sicurezza. E’ importante anche considerare gli usi reali della blockchain e i casi d’uso, in modo da poter scegliere la tecnologia più adatta al proprio settore e alla propria esigenza.
Il rapido sviluppo della Blockchain e delle applicazioni di questa tecnologia in ambito valutario ha reso necessario mettere dei paletti alle interazioni tra utenti, ripensandone le modalità. Non basta parlare di logica distribuita, va proprio costruito un nuovo modello concettuale per l’utilizzo affidabile di archivi e applicazioni. Al momento sempre più esperti e sviluppatori ci stanno lavorando, l’unico limite di applicazione, serio e sensato, è la fantasia.
Banche: crisi in vista?
Un sistema che permette transazioni di denaro senza intermediari, rappresenta una novità ma anche un grosso pericolo per le banche.
Ecco come si stanno muovendo gli istituti di credito. Un recente studio condotto dall’agenzia Deloitte in collaborazione con Efma (European Financial Management Association) ha analizzato la posizione di oltre 3.000 operatori internazionali rispetto all’impatto che la tecnologia Blockchain potrebbe avere sul settore bancario. I risultati evidenziano che il 58% degli operatori è consapevole dello stravolgimento che potrebbe presto abbattersi sugli istituti di credito. Il 92% delle banche ha inserito tra le strategie da mettere in campo nel prossimo futuro l’offerta di prodotti e servizi finanziari basati sulla Blockchain. L’85% ritiene che questa rivoluzionaria tecnologia diventerà dominante e diffusa entro il 2020. Nel frattempo, solo il 29% ha già avviato iniziative concrete di ricerca e sviluppo, mentre il 71% è in fase di apprendimento delle piattaforme blockchain e dei loro meccanismi.
Nel complesso, per il 60% degli operatori, il campo di applicazione prioritario sarà quello dei pagamenti e dei trasferimenti monetari.
DeFi
DeFi (o “finanza decentralizzata”) è un termine generale che si usa per indicare i servizi finanziari eseguiti su blockchain pubbliche, principalmente sulla blockchain Ethereum. Grazie alla DeFi, si può effettuare la maggioranza delle operazioni supportate dalle banche tradizionali, come ad esempio guadagnare interessi, attivare prestiti, dare a prestito, acquistare polizze assicurative, scambiare strumenti derivati, scambiare risorse e altro ancora… con la differenza che tutto questo avviene più rapidamente e non richiede documentazione né la presenza di terze parti.
Come per tutte le operazioni effettuate in criptovaluta, la DeFi è globale, peer-to-peer (cioè le operazioni avvengono direttamente fra due persone, senza l’intermediazione di un sistema centralizzato), basata su pseudonimo e aperta a tutti. La DeFi si basa sul concetto fondamentale di valuta digitale di Bitcoin e lo espande ulteriormente, creando un’alternativa digitale ai prodotti dei mercati azionari tradizionali, ma senza i costi a essi associati (pensiamo ai grattacieli per uffici, alle sale borsa e agli stipendi dei banchieri).
Il sistema DeFi possiede il potenziale di creare mercati finanziari più aperti, liberi ed equi, accessibili a chiunque abbia una connessione Internet.
Gli utenti in genere interagiscono con i servizi DeFi tramite applicazioni software decentralizzate chiamate DApp (dall’inglese “decentralized apps”), che utilizzano per la maggior parte la blockchain Ethereum. A differenza di quanto accade quando si utilizza il servizio di una banca tradizionale, per utilizzare servizi DeFi non è necessario compilare una domanda o aprire un conto. Questo non significa che l’utente dei servizi è anonimo, in fase di registrazione alla app deve comunque fornire i propri documenti, la prova di residenza e la prova di provenienza dei fondi.
Le transazioni saranno pseudo anonime, nel senso che, a differenza di un bonifico per esempio, dove tutti i dati sono a disposizione degli enti coinvolti, saranno criptati i dati relativi all’importo della transazione, al motivo per cui è stata fatta e verso chi è stata eseguita, come il saldo dei conti interessati.
Lo pseudo anonimato tutela la nostra privacy, evitando che i nostri dati sensibili vadano in mano alle grandi compagnie di profilazione delle nostre abitudini, creando business miliardari a solo vantaggio loro e del sistema che lo richiede.
Cosa succede in Italia
“Siamo dinanzi a un’innovazione che presenta grandi potenzialità e di forte impatto. Non possiamo ignorarla, è fondamentale imparare a conoscerla”, ha dichiarato Riccardo Motta, partner di Deloitte, riferendosi alla vertiginosa ascesa a livello mondiale della Blockchain.
“In Italia solo poche tra le più grandi istituzioni bancarie hanno iniziato a studiare e sperimentare questa tecnologia. Intesa Sanpaolo e Unicredit sono gli unici ad aver aderito a R3 Cev, il consorzio americano dei 45 big player internazionali del settore”.
La strada è lunga: per non restare indietro le nostre banche dovranno darsi una mossa. C’è anche da chiedersi se, inglobata nei prodotti bancari, la tecnologia blockchain non perderà la sua natura di strumento che promuove libertà e privacy.
