Dentro gli NFT di Achille Lauro. Vesta Calcio. Stadio di Proprietà. Azionariato Popolare, Tokenizzazione e ICO.
Per l’inizio di questa intervista, ritorno a trattare dell’oggetto del mio precedente articolo per il blog di Affidaty: il “minting” dei Non Fungible Token di Achille Lauro, avvenuto il 30 ottobre 2021, al Teatro degli Arcimboldi di Milano, col fine di aiutare, con la donazione del ricavo di un’asta di beneficenza, il reparto di cardiologia infantile del Policlinico San Donato di San Donato Milanese, nella Città Metropolitana di Milano.
Ad occuparsi della consulenza e dello sviluppo del progetto sono stati Gian Luca Comandini, Gian Lorenzo Comandini e Fabiano Taliani.
Proprio con Gian Luca Comandini, nella prima parte dell’interessantissima chiacchierata che ci siamo fatti, parliamo in maniera approfondita di questo argomento.
Avete fatto il minting degli NFT durante un’esibizione live. Qual é stato il procedimento in questo specifico caso? Tecnicamente, come avete catturato le emozioni di Achille Lauro?
Come prima cosa, abbiamo fatto tutto noi!
Non abbiamo comprato dei sensori ma con la stampante 3D abbiamo creato tutta l’imbragatura e gli oggetti che servivano a tenere i sensori addosso ad Achille Lauro. Abbiamo utilizzato questi sensori per tenere traccia di alcuni parametri vitali di Lauro, dal cuore, alle vene del polso, e intrecciato questi parametri vitali per dargli una forma artistica, che poi è stata vista da tutti nell’output del cuore che vibrava.
Tutto questo è stato fatto nel live, col rischio che non funzionasse, che ci fossero interferenze.
Era un teatro pieno di apparecchiature tecniche e, in tempo reale, mentre prendevamo questi parametri per trasformarli in un’opera d’arte come un cuore che pulsava, facevamo il minting dell’NFT su Crypto.com.
Eravamo in contatto costante con lo staff di Crypto.com dall’altra parte del mondo, per far si che si allineassero tutti questi tempi.
E la stampante 3D che cosa ha fatto in particolare?
La stampante 3D, semplicemente, ha preso le misure del corpo di Achille Lauro e ha stampato custodie per i sensori, braccialetti e fascia.
Tutti i “wearable” (dispositivi indossabili), che servivano a tenere ben saldi i sensori vicino agli organi vitali di Lauro sono stati creati con la stampante 3D.
Ci puoi raccontare qualche aneddoto strano legato a questa esperienza ed a questo tipo di procedimento mai fatto prima?
Si, te lo racconto subito!
C’è anche un video di questo aneddoto!
Pochi secondi prima che Achille Lauro entrasse da dietro le quinte, dal backstage, sul palco, un mio tecnico si accorge che un sensore non da più segni di vita!
Niente più input!
Conta che l’avevamo provato giorni prima ed era tutto perfetto.
Avevamo fatto, giorni prima, le prove generali, ed era perfetto.
La mattina era tutto perfetto.
Mezz’ora prima di iniziare era tutto perfetto.
Mai avuto un problema.
Dieci secondi prima dell’inizio, si rompe!
Panico totale!
Ne avevamo uno di riserva.
Il problema era metterglielo!
C’è questo video in cui si sta per levare la giacca e sta per entrare sul palco ed io che mi fiondo verso di lui, gli blocco l’ingresso e, con un gesto rapidissimo, gli strappo via un braccialetto e gliene metto un altro e Lauro che non capisce quello che sta succedendo!
Ci siamo veramente impauriti!
Nel vero senso della parola.
Poi, questa, è veramente un’esclusiva: fino all’ultimo, Achille Lauro, aveva scelto un’altra figura come rappresentazione grafica di questi battiti, ma poi, alla fine, ha optato per un cuore che batteva.
Prima, l’immagine, era un cerchio con uno sfondo bianco e nero.
Era tutt’altro.
Poi, poco tempo prima di salire sul palco, ha cambiato idea, dicendo che fosse meglio un cuore, perchè dava più il senso di quello che stavamo facendo.
Quindi all’ultimo è stato deciso per il cuore.
In realtà doveva essere un altro, l’NFT.
Continuiamo la chiacchierata parlando di un altro mondo legato a Gian Luca, quello dell’innovazione tecnologica in ambito calcistico, in veste di proprietario e tesoriere del Vesta Calcio. Progetto che nasce da un gruppo di giovani imprenditori, attivi nei settori fintech e startup, che hanno deciso di investire nella creazione di una squadra di calcio innovativa, utilizzando le nuove tecnologie a disposizione ed una mentalità imprenditoriale, per raggiungere la Serie C entro 4 anni dalla fondazione.
In che modo la Blockchain incide attualmente nello sport, in generale, e, nel calcio, in particolare? Quali sono le innovazioni portate nel mondo dello sport e del calcio dalla Blockchain?
Oggi purtroppo la la Blockchain potrebbe incidere tanto ma non incide nulla, se non a livello di speculazione, sponsor, e quindi a livello commerciale.
A livello tecnico, nessuno sta utilizzando la Blockchain e noi siamo i primi a farlo con il Vesta Calcio e, nello specifico, utilizziamo Bitcoin per pagare alcune retribuzioni ma ancor più nel tecnico, utilizziamo la Blockchain per rendere trasparente, visionabile da chiunque ed immutabile, il nostro bilancio.
Quindi, qualsiasi sponsor, qualsiasi fornitore o partner o qualsiasi autorità, può vedere le nostre entrate e le nostre uscite e controllare come, quando e perchè avvengono questi flussi finanziari.
Tutto ciò è utilissimo e ucciderebbe del tutto il riciclaggio, la mafia e l’evasione, che, oggi, purtroppo, nel grande calcio, ci sono, basti vedere le tante plusvalenze mascherate o le sponsorizzazioni fittizie.
In che modo la Blockchain incide, attualmente, in particolare, proprio nel Vesta Calcio? Quali sono le innovazioni portate nel mondo del calcio proprio dal Vesta?
Il Vesta Calcio, non solo utilizza la Blockchain sotto diversi aspetti, come ho detto poc’anzi, ma utilizza IOT, l’”internet delle cose”, attraverso dei sensori, sui parastinchi o sotto la maglietta, per tracciare diversi parametri del giocatore, col fine di migliorare le performance.
Utilizza droni e una telecamera a 360°, montata su di un palo, sopra il nostro stadio, per permettere a chiunque, di vedere gli allenamenti, agli atleti di studiare gli allenamenti, e, quindi, tecnicamente, di capire cosa sbagliano e di rivedere le partite, ma, soprattutto, permette ai tifosi di vedere “real time” le nostre partite in casa, gratuitamente, da ogni parte del mondo, sui social.
È questo il motivo per cui abbiamo avuto subito un grande riscontro e abbiamo oggi più di 2000 tifosi in tutta Italia. Utilizziamo, poi, una serie di start up e partner tecnologici nei vari aspetti inerenti alla squadra.
Dallo spostamento in trasferta, dove utilizziamo una start up che paragona tutti i pullman in affitto e ci permette di organizzare la trasferta in pullman al minor costo possibile. Utilizziamo un’altra start up, molto interessante, che di chiama “Golee”, che ci permette di avere una serie di gestionali tecnici per meglio controllare ogni aspetto manageriale della squadra.
Utilizziamo strumenti digitali e piattaforme digitali per fare scouting di calciatori al nostro livello. Quindi, diciamo che, ogni volta che c’è odore di tecnologia, ci piace sperimentare tantissimo e ci piace volerne approfittare.
Prevedete una futura tokenizzazione e una futura ICO per il Vesta?
Il sogno è quello!
Ho sempre detto che voglio arrivare al calcio professionistico con le mie forze.
Alle soglie del calcio professionistico, quindi dalla Serie D in poi, magari dalla Serie D o dalla Serie C, se c’arriviamo, lo scopo ultimo è tokenizzare il Vesta.
Così si potrà permettere a tutti i tifosi, che hanno creduto in questa follia e che hanno visto questo percorso fin dall’inizio, di contribuire finanziariamente al grande salto e di diventare così proprietari della squadra!
C’è una squadra marchigiana, di San Benedetto del Tronto, che si chiama Porto d’Ascoli, come l’omonimo quartiere, che gioca in serie D e che sta cercando di fare uno stadio di proprietà!
Sarebbe possibile avere uno stadio di proprietà, anche a questi livelli? Sognate uno stadio di proprietà per il Vesta?
Beati loro!
Perché la cosa più difficile, e me ne sto accorgendo, per noi che cerchiamo di fare lo stadio di proprietà, è trovare lo spazio.
A Roma, poi, in una città così caotica, è impossibile trovare uno stadio già esistente da prendere o uno spazio per farne uno nuovo.
Noi lo stiamo cercando da ormai 6 mesi e continueremo a cercarlo.
Quindi, decisamente si, uno degli obiettivi è lo stadio di proprietà, ma, ad oggi, ancora non c’è nulla.
Comunque siamo convinti che per fare il grande salto nel calcio professionistico, sia necessario lo stadio di proprietà.
Quindi è un passo ancora più prioritario rispetto al salire in classifica o al salire nel calcio professionistico.
Prima ancora di arrivare almeno in “Eccellenza”, dobbiamo provare a risolvere la variabile stadio.
Ultima domanda, che è anche una mia curiosità: azionariato popolare vs. tokenizzazione e ICO.
Finora, l’azionariato popolare è già stato utilizzato da squadre come lo United of Manchester, contrapposto, come modalità di gestione, al ben più antico e blasonato Manchester United, e, sempre nel calcio, anche da altri club, come il Santargangelo, la Roma, il Mantova, l’Arezzo, l’Enna, la Vibonese, l’Hellas Verona, il Bayer Leverkusen, il Bayern Monaco, il Barcellona, il Real Madrid, l’Athletic Bilbao, l’Osasuna ed il Real Murcia e, nel basket, dalla Pallacanestro Treviso.
In questi ultimi anni, invece, ci troviamo di fronte a concetti come quelli della tokenizzazione e dell’ICO.
Tokenizzazione e ICO sono simili a un’idea di azionariato popolare? In che cosa differiscono questi due concetti gestionali rispetto all’azionariato popolare?
Tokenizzazione e l’ICO sono un azionariato popolare 3.0, con meno burocrazia e più liquidità.
La tokenizzazione e la ICO permettono, sicuramente, di avere delle quote più liquide. Se io ho sottoscritto un azionariato tramite ICO attraverso tokenizzazione e, dopo un giorno, voglia andarmene o liquidare le mie quote, è più facile per me, come azionista, scambiare quel token e ricevere soldi senza sottostare alla burocrazia collegata all’azionariato popolare.
Tokenizzazione e ICO permettono anche, grazie alla tecnologia Blockchain, di gestire meglio tutte le decisioni e le gerarchie all’interno dell’azionariato, in base ai token che hai e, di conseguenza, in base al peso specifico che hai nel controllo di quella società.
Permettono, poi, di far entrare nuovi flussi di capitali, perchè l’azionariato popolare punta al vecchio target, al target tradizionale, invece la tokenizzazione punta a tante persone che oggi hanno molte criptovalute e non sanno come spenderle.
Ecco perchè, per quest’ultime, la tokenizzazione rappresenterebbe una nuova forma di investimento.
Diciamo che la tokenizzazione ha un grande appeal. Quindi permette di essere molto più appetibile rispetto a situazioni tradizionali di gestione. Poi non deve incorrere nella burocrazia, nelle regole e nei vincoli legati all’azionariato popolare.
Grazie alla tokenizzazione e alla Blockchain, finchè non viene scritta una norma precisa e completa, (che ne regolamenti gli utilizzi), attualmente, (riguardo agli impieghi di tokenizzazione ed ICO), c’è ancora abbastanza margine di manovra.