
Intro
Storicamente la notarizzazione di un documento è un procedimento compiuto da una figura preposta (il notaio), il quale garantisce l’autenticità di un accordo preso tra due o più parti.
Il notaio mediante un atto notarile assicura la validità di un accordo assicurandosi che gli accordi presi derivino da un effettivo consenso tra le parti.
Tra gli usi della blockchain o dei registri distribuiti, le cui primarie differenze sono esposte nel prossimo paragrafo, il processo di convalida (di notarizzazione) assume un significato diverso.
Alla base vi è la possibilità di registrare un qualsiasi tipo di informazione su un registro distribuito.
I registri distribuiti, permettono di registrare una qualsiasi informazione digitalizzabile.
Le informazioni inserite non possono essere modificate e, a seconda dei casi, possono essere consultate da chiunque.
Blockchain e registri distribuiti
Tra blockchain e registri distribuiti vi sono alcune differenze. Tuttavia, nei testi a carattere divulgativo i due termini vengono spesso utilizzati come sinonimi.
La blockchain è una tecnologia nata successivamente rispetto ai registri distribuiti, nonostante la prima, grazie al fenomeno Bitcoin sia, in generale, più conosciuta.
La caratteristica principale della blockchain è l’essere decentralizzata, non vi è, in altre parole, un singolo gestore dietro lo scambio di informazioni. Inoltre, una serie di blocchi collegati tra loro e conosciuti come hash sono alla base del funzionamento della blockchain.
Al contrario, i registri distribuiti non è detto siano strutturati in blocchi (hash) come non è detto siano decentralizzati.
Ad ogni modo, entrambe le tecnologie generano come prova di avvenuto scambio un codice univoco e immutabile. Quest’ultimo è alla base della notarizzazione su blockchain.
Notarizzazione su blockchain come funziona
La tecnologia dei registri distribuiti introdotta nel D.L. 135/2018 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/12/14/18G00163/sg), convertito in legge l’11 febbraio 2019,
(https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/02/12/19G00017/sg), ha oggi valore legale.
La possibilità di inserire dati immutabili all’interno di un registro digitale sta portando alla nascita di numerosi progetti in diversi settori: dall’immobiliare all’agroalimentare.
I registri distribuiti (Distributed Ledger) che per semplicità possono essere pensati come un insieme di dati criptati, non duplicabili, non modificabili, grazie alla detta legge hanno validità giuridica.
Registrare un qualsiasi documento in digitale in un registro distribuito permette di disporre di un file non modificabile e non contraffabile, registrato su una piattaforma, la quale garantisce l’autenticità del documento.
La notarizzazione, nella pratica, si avvale di un registro distribuito per certificare l’immutabilità e l’immodificabilità nel tempo delle informazioni, ma non è detto che tutte le informazioni inserite siano vere.
La tecnologia permette, infatti, solo di registrare l’informazione sotto forma di una stringa di numeri e lettere che identifica il documento.
Per tali motivi, registrare informazioni su uno o più registri distribuiti, è bene specificare, non equivale a certificare la veridicità delle stesse.
Si parla quindi di notarizzazione e non di certificazione, e si tratta di un atto che ha la funzione di delegare alla tecnologia le uniche cose che garantisce:
- la presenza dell’informazione;
- l’immutabilità nel tempo.
Riassumendo e integrando: grazie all’approvazione della legge dell’11 febbraio 2019 le informazioni depositate mediante tecnologie basate sui registri distribuiti hanno valore legale. Inoltre, la validità delle informazioni è riconosciuta tra tutti gli stati dell’UE.
Notarizzazione su blockchain e tracciabilità
Tra gli usi della blockchain o dei registri distribuiti la notarizzazione risulta utilizzata principalmente per la tracciabilità.
Molte organizzazioni produttrici di beni alimentari, e non solo, made in Italy possono così disporre di uno strumento aggiuntivo a garanzia del rispetto dei processi produttivi.
Ad esempio, nel ramo agroalimentare sono diversi in casi in cui viene registrata su blockchain tutta la filiera produttiva. I consumatori, ad esempio mediante QR code possono accedere tutta una serie di informazioni:
- origini della materia prima;
- fornitori;
- controlli qualità effettuati.
- premi o riconoscimenti ottenuti dal prodotto;
- informazioni sull’azienda.
Tecnicamente è possibile registrare qualsiasi informazione digitalizzabile.
È compito dei professionisti del settore proporre, a seconda della tipologia di informazione e del bene, quale tra i numerosi registri distribuiti scegliere per registrare l’informazione.
In generale vengono sono stabiliti aspetti quali:
- le figure che possono accedere al registro;
- il tipo di crittografia;
- la struttura della rete;
- la tipologia di consenso.
In generale nei processi di notarizzazione si è soliti optare per un registro consultabile da chiunque ma modificabile solo da chi ha l’accesso.
Dati i noti episodi di contraffazione dei prodotti made in Italy, la notarizzazione su blockchain risulta essere uno strumento in più per distinguersi.
Notarizzazione su blockchain: vantaggi
Organizzazioni virtuose possono avvalersi della notarizzazione, mettendo così a disposizione dei consumatori un sistema che mostri la qualità dei propri prodotti e che risponda alle esigenze odierne: garantire un prodotto sostenibile, tracciabile, senza sprechi energetici e controllato in ogni fase.
Ad esempio, se pensiamo al settore dell’allevamento è possibile notarizzare informazioni inerenti agli animali mostrando come questi trascorrono le giornate, cosa mangiano, come avvengono i processi di macellazione e in generale tutto l’iter che si conclude con l’approdo delle carni presso i punti vendita.
In conclusione, la notarizzazione su un registro distribuito è uno strumento che aumenta il valore del marchio, permettendo ai consumatori, come a chiunque, di accedere a qualsiasi tipo di informazione si voglia inserire.
La notarizzazione ha l’obiettivo di fornire maggiore trasparenza ai consumatori, i quali, ad esempio nel caso dei prodotti alimentari possono disporre di molte più notizie rispetto a quanto è fatto obbligo comunicare nell’etichetta.