
ISO, è la sigla di International Organization for Standardization, ovvero una delle più grandi organizzazioni che si occupa di elaborare e definire le norme di applicazione che un soggetto giuridico deve adottare per risultare conforme agli “standard” di valutazione.
Le linee guida dettate dalle varie norma ISO sono di carattere volontario; la loro applicazione deve essere riconosciuta all’interno del contesto aziendale da tutti i dipendenti.
Ottenere la Certificazione di una specifica norma ISO, vuol dire dedicarsi totalmente al suo dettato nei processi aziendali ed al miglioramento aziendale continuo.
Solamente in Italia, si hanno circa 160.000 imprese certificate e per quanto riguarda la ISO 9001, ci troviamo nei primi 3 posti a livello Europeo.
Ci sono numerose norme rispetto alle quali un’azienda può decidere di certificarsi; ottenere una certificazione ISO equivale ad incrementare il valore di un’organizzazione, non solo:
- Valorizza l’impegno continuo dell’azienda nel miglioramento;
- Consente la partecipazione a gare pubbliche;
- Coinvolge i dipendenti nel miglioramento dei processi;
- Consente di ottenere sgravi fiscali e/o assicurativi;
- Si basa su fatti concreti e misurabili all’interno dell’azienda.
L’esperienza che vorrei condividere si basa sull’utilizzo della tecnologia Blockchain nelle norme ISO.
La Blockchain è sicuramente la tecnologia del futuro; oggi si fa un gran parlare di questa innovazione nel bene ma molto spesso nel male, poiché troppo volte si rimane incastrati in una confusione generalizzata dovuta da argomenti non troppo elementari quali Bitcoin, Criptovalute, Smart Contract ecc.
Il suo sviluppo, quindi, è legato paradossalmente, alla sua credibilità.
Le Blockchain fanno parte della famiglia delle tecnologie di Distributed Ledger, ovvero sistemi che adottano un registro distribuito che può essere letto e aggiornato da più nodi di una rete; per effettuare una modifica e validarla, i nodi devono raggiungere il consenso e le modalità per cui si raggiunge sono alcune delle caratteristiche che contraddistinguono appunto la tecnologia.
Portare in parallelo un progetto ISO/Blockchain significa dar vita all’evoluzione (aggiungerei scontata) di questi due paradigmi.
Entrare a gamba tesa sui processi aziendali, dando maggior trasparenza, responsabilità, precisione ed immutabilità dei dati è soltanto il prossimo step che le aziende devono compiere per dimostrare il 100% del loro valore nel mercato di riferimento.
Secondo il mio modesto parere, l’implementazione di Smart Contract relativi alle norme ISO contestualmente programmati secondo le necessità aziendali, possono fornire non solo un aumento della produttività di un “Manager ISO” (evitando scartoffie e/o file inutili) ma anche un incremento di dati “certi” con cui affrontare il mercato.
Potrebbe trasformare, in maniera netta, la veridicità delle informazioni esterne, rendendole invulnerabili, tracciate e immodificabili, dando slancio anche al controllo che viene effettuato su di esse dalle Autorità incaricate, rendendo il processo veloce e snello; i benefici della tecnologia saranno visibili anche tramite altri aspetti come l’Autenticazione, la Decentralizzazione delle informazioni, il tracciamento delle transazioni e la sicurezza delle chiavi crittografiche.
Il Cloud e i soliti software gestionali sono ormai passati, abbiamo bisogno di qualcosa di tangibile per chi vuole usufruire dei servizi o dei prodotti di una determinata azienda.
Il Cliente, il Consumatore o lo Stakeholder, deve poter rendersi conto, grazie a questo connubio di risorse, di chi ha davanti senza dover pensarci troppo; va da se che l’Autorità di un Brand la si può capire senza fatica.
Da circa un anno, l’ISO, è riuscita a Standardizzare anche la Blockchain.
Si parla infatti di ISO 22739:2020, denominata “Blockchain and Distributed Ledger Technologies”, dove si sono definiti i termini base relativi alla Blockchain e alle tecnologie di registro distribuito; sono standard chiari, coerenti con la tecnologia e soprattutto consistenti, quasi tangibili.
Concludo questo mio spunto di riflessione, dicendo che anche il Governo Italiano ha capito l’importanza dell’uso della Blockchain, definendo i termini più utilizzati per un preciso scopo, ovvero quello di poter utilizzare al meglio le conquiste innovative dell’ultimo decennio.
Per essere precisi ha definito:
Registro Distribuito (art. 8 ter, 1 comma, L. 12/2019);
Smart Contract (art. 8 ter, 2 comma, L. 12/2019);
La memorizzazione di un documento informatico attraverso l’uso di tecnologie basate su registri distribuiti produce gli effetti giuridici della validazione temporale elettronica di cui all’articolo 41 del regolamento (UE) n. 910/2014 del Parlamento europeo del Consiglio, del 23 luglio 2014 (art. 8 ter, 3 e 4 comma, L. 12/2019);
Trattamento Dati Personali (art. 3, Reg. UE 2016/679);
Questi sono soltanto alcuni termini attualmente definiti; spetta a Noi adesso, dimostrare quanto questa tecnologia, inizialmente usata per minare Bitcoin, possa essere il principio cardine della digitalizzazione dei processi aziendali.