Lo scossone provocato dal caso Wirecard oltre a provocare le prevedibili reazioni negative dei mercati, sta mettendo in crisi le granitiche certezze degli analisti finanziari sul futuro del FinTech.
In realtà gli andamenti delle piattaforme tecnologiche, in piena crisi pandemica, hanno inevitabilmente incrementato le transazioni in tutti i servizi finanziari, a partire dal più utilizzato e conosciuto PayPal.
Non può essere certamente un “incidente aziendale” a fermare milioni di utenti, così come non poteva essere lo scandalo Madoff o il fallimento della Lehman Brothers ad immobilizzare i capitali di tutti gli investitori.
Purtroppo la storia sembra ripetersi negli errori, pur con diverse forme e dinamiche, evidenziando che le misure di controllo in tutti i casi vengono adeguate soltanto nella fase successiva all’apertura della “grande falla di sistema”, talmente evidente da risultare difficile anche da immaginare.
Se la tecnologia attrae capitali, la stessa tecnologia già da tempo ha le giuste risposte per mettere in pista controlli adeguati con procedure certificate dai contenuti immodificabili, come l’utilizzo del sistema di Blockchain, che in breve tempo ha conquistato la fiducia degli utilizzatori, principale garanzia di stabilità nella valutazione delle scelte tra le molteplici opportunità di investimento.
Stesso fronte, anche se di segno opposto, è stato il ricorso all’utilizzo di sistemi di Blockchain nel digital lending che ha permesso alle aziende di poter usufruire del credito bancario perfezionando tutte le fasi di formalizzazione contrattuale, a conclusione della procedura di istruttoria.
Gli odierni strumenti finanziari stanno rivoluzionando il mercato del risparmio e più in generale le scelte strategiche aziendali.
Ancora una volta la finanza dimostra di anticipare le innovazioni che diventeranno strumenti privilegiati nell’ordinario funzionamento dell’economia reale.