
Intro
“Come nasce la blockchain” è una delle domande più poste data la popolarità che sta assumendo nell’ ultimo periodo questo sistema. Questo articolo, in particolare modo, metterà in luce il fatto che il concetto è di per sé antico, risalente a quasi 600 anni fa, e come Satoshi Nakamoto, l’ inventore dell’ odierna blockchain, abbia realizzato e pensato questa moderna tecnologia.
Gli antichi precursori
Il concetto di blockchain può esser fatto risalire al quindicesimo secolo con il “libro mastro”, creato da una popolazione della Micronesia, un arcipelago nell’ Oceano Pacifico, a nord dell’Australia.
Durante i loro spostamenti, gli abitanti dell’isola di Yap raggiungono l’isola di Palau: ed è qui che la storia prende piede. Gli abitanti rimangono colpiti da una particolare pietra a tal punto che acquisisce valore e cominciano ad usarla come moneta di scambio.
Il libro mastro
Il valore di queste pietre / monete era direttamente proporzionale alla loro dimensione. Le monete erano chiamate Rai, erano rotonde, spesso grandi come persone ed erano estratte minando il terreno. Il loro valore cresceva anche in base alla propria storia: infatti dal momento della sua creazione, maggiore era stato il processo di estrazione, maggiore sarebbe stato il valore; quest’ultimo cresceva persino se qualcuno era deceduto per trasportarla.
I Rai erano quindi difficilmente trasportabili o impiegabili in scambi, motivo per il quale gli abitanti avevano creato un “libro mastro” dove tutti segnavano i passaggi di proprietà delle pietre: esse rimanevano spesso dove erano state estratte, ma sul libro mastro venivano trascritti tutti i passaggi di proprietà. Ciascun Abitante aveva il proprio libro mastro, che aggiornava di volta in volta.
Ecco come nasce la blockchain, o almeno il suo concetto, perché gli abitanti sentivano il bisogno di tracciare gli scambi conclusi senza spostare le pietre usando così il libro mastro.
Il vantaggio
Questo era sicuramente un dovere, ma era anche un vantaggio, economicamente parlando, perché l’individuo stesso era il primo a godere del vantaggio derivante dall’aggiornamento del libro mastro: se il possessore per primo non l’avesse fatto, infatti, avrebbe perso il Rai poiché non “contabilizzato” nel libro mastro.
Ecco che i concetti di decentralizzazione, distribuzione, gamification, prendono piede attraverso una gestione condivisa di un valore, concetti che portano direttamente a come nasce la blockchain
Il 20° Secolo
Ma è alla fine del 20° secolo che il concetto si evolve con forza sufficiente da diventare dirompente.
Negli anni 90’ fanno il proprio ingresso la figura di David Chaum, famoso professore di crittografia, e la corrente dei Cypherpunks, un gruppo di informatici che credevano talmente nella crittografia da affermare che i contratti crittografici, affiancati da moneta digitale, avrebbero avuto il potere di donare la libertà economica e politica al mondo reale.
I primi sistemi di moneta digitale
David Chaum divenne celebre per aver creato un sistema di moneta digitale basato su crittografia grazie alla quale poteva essere inviata una moneta digitale (blind signatures) con l’uso di chiavi crittografiche. Applicò questo concetto a DigiCash, azienda da lui fondata. Ma, anticipando forse troppo i tempi, l’azienda fallì, anche perché richiedeva il nullaosta centralizzato della Banca olandese.
Successivamente fu Nick Szabo, esponente dei Cypherpunks, che costruì il progetto BitGold sul quale si basava il consenso della Proof Of Work, cioè quello che sarebbe poi diventato il meccanismo di consenso del Bitcoin: i minatori coniano moneta risolvendo un complesso problema crittografico.
Nel 2004 fu poi il turno del professore di crittografia Hal Finney, che introdusse la RPOW, cioè la “Reusable Proof Of Work”,che era una sorta di variante della POW di Szabo.
Satoshi Nakamoto
Infine, arriviamo a come nasce la blockchain e al celebre Satoshi Nakamoto, che nel 2008, all’interno della mailing list “Cryptography”, pubblicò il suo documento: “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”.
È proprio leggendo il documento ufficiale (White Paper) in questione che capiamo in modo esaustivo i motivi che hanno portato Nakamoto a costruire un sistema di questo tipo. I problemi da lui evidenziati nella Società erano l’eccessiva dipendenza da referenti, chiamate “Terze Parti Attendibili”, oltre alle debolezze del Sistema evidenziate dall’erroneo ed eccessivo uso del “modello basato sulla Fiducia”.
Nakamoto afferma che le transazioni basate su questi due modelli hanno fatto sì che le istituzioni finanziarie hanno mantenuto elevati i costi di gestione, facendoli di conseguenza gravare sugli utenti. Il problema diviene molto più concreto soprattutto nelle piccole transazioni.
Le stesse frodi informatiche vengono ormai trattate come “percentuale accettata come inevitabile”.
Le incertezze di pagamento vengono abbassate tramite l’uso di denaro contante, ma il problema rimane sui pagamenti digitali con persone delle quali è incerta l’attendibilità (fiducia).
Ecco perché secondo Nakamoto era necessario un sistema di transazioni basato sulla prova crittografica, anziché della fiducia. Gli stessi pericoli di frodi sarebbero potuti essere estremamente ridotti all’osso grazie all’uso di un “sistema di transazioni computazionalmente impraticabili da invertirsi..”
Questo non era e non è possibile da applicare su un modello sicuramente funzionante come quello del cloud ma che presenta delle falle e alte possibilità di essere violato. Ci vuole un sistema quindi più sicuro di quello del cloud.
Ecco che Satoshi Nakamoto dà vita alla prima Blockchain: Bitcoin.
Oggi
Ecco come nasce la blockchain e sulla sua scia sono infatti poi nati suoi “simili” come Zcash, Monero, Bitcoin Cash..
Da quest’idea e dall’idea degli Smart Contracts di Nick Szabo, sono poi nate altre blockchain come Ethereum, Tezos, Ripple..
Dalla prima Blockchain, quella relativa a Bitcoin, sono cominciate a nascere Blockchain sempre più specializzate. L’introduzione di sistemi come gli Smart Contracts hanno successivamente ampliato notevolmente l’uso e le possibili potenzialità del sistema blockchain nella vita reale: questa tipologia di tecnologia diventa sempre più tangibilmente usabile da un portafoglio di utenti sempre più ampio. Si va dalle istituzioni private come Banche o assicurazioni, alle persone comuni, rendendo così possibili transazioni (tanto monetarie quanto di informazioni) di vario tipo, tra varie entità e/o privati e/o professionisti e/o aziende e così via: in modo rapido, sicuro, abbattendo i costi ed i rischi di intermediazione.